Il sindaco Ignazio Marino ha ritirato le dimissioni. Il primo cittadino di Roma ha dunque deciso di andare al redde rationem e sfidare Renzi e il Pd. “Sono pronto a confrontarmi con la maggioranza – spiega oggi lasciando Palazzo Senatorio – Illustrerò quanto fatto, le cose positive, la visione per il futuro ma quello è il luogo della democrazia. Questa sera parlerò con la presidente Baglio e illustrerò, oltre a consegnarle la lettera, la mia intenzione di avere una discussione aperta, franca e trasparente nell’aula Giulio Cesare”.
Caso Marino, le reazioni degli assessori
Immediate le conseguenze del gesto di Marino: l’assessore ai Trasporti Stefano Esposito e il vicesindaco di Roma Marco Causi lasciano il Comune. “Le mie dimissioni sono già partite, e non credo che sarò il solo”, dice Esposito. Entrambi erano entrati nella giunta Marino con l’ultimo rimpasto, quello della “fase due”. L’assessore alla Mobilità Alfonso Sabella è pronto a dimettersi: “Lunedì tornerò a fare il magistrato” dice a SkyTg24. E lo stesso dice il titolare della Scuola Marco Rossi Doria. Via anche l’assessore Luigina di Liegro, quello ai Lavori Pubblici Maurizio Pucci e la titolare della Cultura Giovanna Marinelli. Resistono per ora i “fedelissimi del sindaco”: Estella Marino. Alessandra Cattoi e Giovanni Caudo.
Caso Marino, le reazioni dell’opposizione
Come era prevedibile, le opposizioni chiedono che si torni subito al voto. “Il Pd ha fallito ed ora i romani sono ostaggio delle loro faide interne: ma Roma ora è con noi”dice a Montecitorio il deputato romano Alessandro Di Battista che invita il Pd a prendere atto del suo”fallimento” e consentire ai romani di andare al voto. “Siamo disposti a fare di tutto per permettere ai cittadini di andare a votare. C’è la nostra mozione di sfiducia pronta: la votino e consentano ai cittadini di andare al voto”. Gli fa eco Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera: “A Roma bisogna andare al più presto alle elezioni, cambiare classe dirigente, e i partiti devono fare un passo indietro o presentare programmi concreti alle gente”. Per Salvini, Marino è “una sciagura con Renzi complice”: “basta, a casaaaa! O ti sfrattiamo noi, in altra maniera” scrive il segretario della Lega su twitter.
Caso Marino, Cosa succede ora?
Dato che Marino ha deciso di portare avanti la propria battaglia in consiglio, due sono le possibili strade che il partito può imboccare. In primis una mozione di sfiducia, presentata dal partito. In questo caso tutti gli assessori PD si tireranno fuori, e si cercheranno le ultime 6 firme (servono 25 adesioni, i consiglieri del PD sono 19) per legittimare la richiesta e far partire il nuovo count-down dei 10 giorni necessari per mettere al voto il documento. Al PD romano, però, questa linea non piace granchè, dato che si andrebbe a siglare un documento insieme ai nemici grillini o addirittura insieme all’ex sindaco Alemanno, una mossa politica tutt’altro che saggia. La seconda ipotesi sono le dimissioni di massa di tutto il gruppo consiliare del Partito Democratico, ma anche in questo caso serviranno altre 6 dimissioni per far decadere il consiglio comunale e portare la città alle urne la prossima primavera.
La partita sembra chiusa per il Partito Democratico, che pensa già alle mosse di una campagna elettorale importantissima (con città come Milano, Napoli, Palermo, Cagliari e, nel caso, Roma che vanno alle urne), mentre Marino è pronto a mettere in difficoltà il Partito, costringendolo a sfiduciare un sindaco che ha esso stesso eletto.
Marino, archiviazione per il caso Onlus
Nel giorno del ritiro delle sue dimissioni, Marino può esultare per un altro motivo. La procura di Roma ha infatti chiesto l’archiviazione dell’inchiesta che lo chiamava in causa a proposito di presunte irregolarità nei pagamenti a collaboratori fatti dalla Onlus Imagine, organizzazione no profit costituita dal sindaco di Roma nel 2005 per destinare aiuti sanitari ad Honduras e Congo.
Tweet dell’ex assessore ai trasporti Esposito
Dopo aver letto questo articolo di @carlobonini devo prendere atto di aver dato mia lealtà ad un bugiardo. #vergogna https://t.co/wJVFS4HTZ8
— Stefano Esposito (@stefanoesposito) 30 Ottobre 2015
Consigliera Pd Valeria Baglio: “Stiamo per firmare le dimissioni”
“Stiamo per firmare le dimissioni che verranno protocollate davanti al notaio e poi consegnate qui in Campidoglio al segretariato comunale”. Così la presidente dell’Assemblea capitolina e consigliera Pd, in piazza del Campidoglio.