Il prezzo delle forniture di gas provenienti dall’Unione Europea è più basso di quello stabilito da Mosca. Il gelo tra Ucraina e Russia si arricchisce di una nuova puntata, interessando quello che è uno dei punti più delicati del rapporto tra i due Paesi, vale a dire l’approvvigionamento di gas naturale necessario per soddisfare il fabbisogno di Kiev.
Yuriy Vitrenko, responsabile del settore Affari e Sviluppo di Naftogaz – la società nazionale ucraina del settore dell’energia – ha dichiarato che Kiev la settimana scorsa ha stipulato dei contratti di fornitura con il mercato europeo ad un prezzo inferiore rispetto a quello garantito da Gazprom, la società energetica russa tra i maggiori fornitori di gas verso l’Ucraina e l’Europa Occidentale. Una situazione che – come sottolineato dallo stesso Vitrenko – spingerà Kiev a selezionare attentamente volumi e fornitori delle prossime riserve di gas naturale necessarie al Paese.
Gas Ucraina, è ormai guerra
Vitrenko ha chiarito dunque la situazione, sottolineando che la possibilità di ulteriori forniture – e il quantitativo delle stesse – provenienti da Gazprom non dipenderanno più solamente dal fabbisogno dalle condizioni climatiche e dall’efficienza energetica ucraina, ma anche dai futuri prezzi che la compagnia russa deciderà di stabilire.
L’annuncio di Vitrenko rappresenta l’ennesimo tassello del muro contro muro tra Kiev e Mosca sul tema delle forniture di gas naturale. Durante il 2015 la situazione è diventata più volte incandescente, con la minaccia di Gazprom di interrompere le forniture destinate all’Ucraina a causa di ritardi nei pagamenti da parte di Kiev. L’Ucraina, invece, ha a più riprese denunciato una politica dei prezzi russa ritenuta non soddisfacente. A ciò si è aggiunto anche il nodo delle forniture destinate al Donbass – l’area orientale del Paese oggetto degli scontri tra Kiev ed i separatisti filo russi – garantite da Mosca senza soluzione di continuità nonostante il rifiuto di Kiev di accollarsi l’onere delle stesse.
Il nuovo muro contro muro sul gas potrebbe dunque irrigidire ulteriormente i rapporti tra i due Paesi. Il tutto mentre dicembre si avvicina, un mese che potrebbe essere gelido non solo per quanto riguarda il riscaldamento ed il fabbisogno energetico ucraino ma anche per le finanze di Kiev. A fine 2015 scadrà infatti il prestito di 3 miliardi di dollari garantito da Mosca, la quale ha dichiarato a più riprese di non avere alcuna intenzione di accettare un haircut – cioè un taglio – del debito.
#Ukraine Debt Payments due in 2015
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— Nina Ivanovna (@ninaivanovna) 24 Luglio 2015
Un gelo che potrebbe dare un colpo molto pesante alle casse di Kiev, certificato anche dagli avvertimenti di Moody’s, che ad inizio settembre ha segnalato il permanere di un rischio concreto di default del Paese sul breve termine.