Una missione ambiziosa: il raggiungimento da parte di tutte le popolazioni del livello più alto possibile di salute. E’ questo l’obiettivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), anche se il percorso per il raggiungimento di questo obiettivo è stato rallentato da episodi poco chiari, legati soprattutto ad intrecci politico-economici.
Che cos’è l’Oms
Dalla sua nascita nel 1946 l’OMS, la più potente organizzazione delle Nazioni Unite, ha contribuito a salvare milioni di vite e innalzare il livello della salute della popolazione mondiale, anche se in alcuni casi non sono state secondarie le contraddizioni sul suo operato.
Uno degli episodi più importanti è stato quello legato all’influenza suina: è stata avviata un’inchiesta su alcuni scienziati sospettati di avere legami poco chiari con le lobby farmaceutiche, accusati di aver alimentato l’allarme pandemia costringendo i governi a fare costosi ed inutili investimenti. Per motivi opposti l’OMS è finita al centro della scena per la recente emergenza Ebola: la stessa organizzazione ha ammesso di aver sottovalutato il problema reagendo con grave ritardo e in maniera inadeguata per arginare l’epidemia in Africa, provocando la morte di migliaia di persone.
Oms, Dentico: “Necessaria riforma della gestione economica”
Una serie di vicende che hanno portato a considerare con maggiore diffidenza le indicazioni dell’organizzazione. L’ultimo episodio in ordine temporale è l’aggiornamento della classifica delle sostanze cancerogene o probabilmente cancerogene per l’uomo, con l’aggiunta della carne lavorata e di quella rossa e dall’annuncio di nuove indicazioni riguardanti il caffè. Sul calo della credibilità dell’OMS è intervenuta Nicoletta Dentico, una delle autrici del rapporto dell’Osservatorio italiano sulla Salute Globale dedicato proprio all’organizzazione: “La principale causa della graduale perdita di credibilità dell’ Oms è certamente legata al fattore economico, in particolare alla perdita di controllo sui propri bilanci”.
Un dato importante è quello che riguarda la parte economica: il contributo dei 193 paesi membri rappresenta solo il 20-25% di tutto il budget dell’ organizzazione, mentre il 70-80% delle risorse realmente disponibili proviene da contributi volontari, pubblici e privati. L’OMS esercita un controllo discrezionale solo sui contributi dei paesi membri, mentre quelli volontari sono per la maggior parte fuori bilancio, con una destinazione d’uso su progetti specifici decisa dal donatore per un termine variabile. Una condizione non degna per un’organizzazione “che serve al mondo” – precisa Nicoletta Dentico – “diversi governi, il mondo accademico e parecchi gruppi della società civile hanno fatto notare come l’ autorità, la credibilità, le capacità stesse dell’ Oms siano messe a durissima prova dal ristretto accesso alle risorse” – e aggiunge: “non bisogna demolirla, ma riformarla ridefinendo il suo ruolo e riprogettando la sua gestione, specialmente finanziaria”.