“Questa pagina si è chiusa, basta polemiche, tutti al lavoro”. Secondo tutti i retroscena giornalistici Matteo Renzi e i suoi sono al lavoro da settimane in vista del Giubileo che si aprirà il prossimo 8 dicembre. Sul caso Marino il premier non ci ha voluto – come direbbe lui stesso – metterci la faccia, anche se la scelta immediata del nuovo Commissario Francesco Paolo Tronca e il tesoretto da 300 milioni che il governo metterà a disposizione per l’anno santo fanno pensare ad una strategia premeditata. Oltre alla più stretta attualità dei cantieri ancora da inaugurare (ad oggi ne sono stati aperti solo 2 su 30), della manutenzione delle strade e del risanamento di un’amministrazione contaminata da corrotti e mafiosi, Renzi e il partito democratico hanno una grossa grana politica da risolvere. Quella delle prossime amministrative.
Elezioni Roma: tutti pazzi per Marchini?
Già una settimana fa avevamo parlato del sondaggio Emg per il Tg La7 secondo cui se si votasse oggi il Partito Democratico a Roma non andrebbe nemmeno al ballottaggio contro i 5 stelle e un ipotetico centro-destra guidato da Alfio Marchini. Questo, naturalmente, nel caso in cui l’ex Sindaco Marino decidesse di ricandidarsi con una propria lista civica (data al 9%). Ma proprio nella conferenza stampa di addio ieri l’ex marziano ha sviato sulla questione ricandidatura: “sarei leggero a dare una risposta adesso” ha detto ai cronisti.
Comunque a Roma la variabile che potrebbe far spostare gli equilibri da una parte o dall’altra è una sola: Alfio Marchini. Ieri l’imprenditore è tornato in fretta e furia da Milano per firmare le dimissioni insieme ad altri 25 consiglieri comunali (oltre ai 19 del Pd, gli altri 7 provengono da Ncd, Conservatori e Riformisti, Lista Marino e Lista Marchini appunto) e far decadere Marino. Marchini viene da sinistra. E questo è un fatto. Nipote del più noto costruttore romano Alfio Marchini, partigiano e grande amico di Sandro Pertini. La famiglia Marchini è una famiglia di imprenditori, sì, ma con un passato comunista. Eppure proprio stamani è arrivato l’endorsement di Silvio Berlusconi in un’intervista a Repubblica: “Marchini non l’ho visto, ma l’ho sentito di recente. Piace, piace soprattutto alle donne. E’ una figura sulla quale si può puntare”. E Giorgia Meloni? “Lei punta alla Regione – ha confidato l’ex Cavaliere – sarebbe un buon governatore”.
Intanto il diretto interessato cerca di depistare cronisti e addetti ai lavori. Lo sa benissimo che, ad oggi, rappresenta l’unico argine alla presa del Campidoglio dei grillini. Marchini infatti non è un politico di professione, viene dalla società civile e a Roma è molto amato tanto che alle comunali del 2013 riuscì a racimolare 114mila voti (9,48%) senza alcun partito alle spalle.
I nomi di Renzi
In questi giorni da Palazzo Chigi sono trapelati due nomi su tutti per il Campidoglio: Marchini, appunto, e Beatrice Lorenzin. A Renzi l’imprenditore romano piace molto e sa benissimo che solo lui potrebbe far risalire il Pd nei sondaggi dopo la drammatica vicenda Marino. Così il premier ha iniziato un’azione di corteggiamento che si estenderà anche alle prossime settimane. La Lorenzin, invece, è una renziana di ferro pur militando nel Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano. Da tempo si parla di un suo passaggio al Pd ma per ora non se n’è mai fatto nulla per evitare altre polemiche con la minoranza dem. Lorenzin non è un nome forte come quello di Marchini ma potrebbe avere le caratteristiche giuste per piacere a Renzi: è donna, giovane, romana e soprattutto è da sempre una fedelissima del premier. Ieri però il commissario Matteo Orfini a Otto e Mezzo ha bloccato una qualunque candidatura che non provenga da sinistra: “non strizzeremo l’occhio a nessuno – ha assicurato il Presidente del partito – non andremo con Forza Italia, né chiederemo un apparentamento in caso di ballottaggio”. Ma, si sa, il caso Marino ha lacerato non poco i rapporti tra Renzi e Orfini, dato addirittura in uscita da molti osservatori.
Insomma, Renzi è davanti ad un bivio: sperare nella buona riuscita del Giubileo individuando così un nome forte esterno al Pd sul modello Sala a Milano (Cantone?) o puntare su un moderato – come Marchini o Lorenzin – aprendo una questione politica gigantesca con la minoranza del partito? Intanto tra poco più di un mese inizia l’anno santo. Per le elezioni c’è tempo.
Giacomo Salvini