Raffaele Sollecito al congresso dei Radicali: “Carcere è reclutamento per mafia”
L’omicidio di Meredith Kercher torna a far parlare di sé. Stavolta per mezzo di uno dei protagonisti della vicenda, prima condannato poi successivamente assolto: Raffaele Sollecito. Il ragazzo ha partecipato al congresso dei Radicali Italiani, puntando il dito contro il sistema carcerario nostrano.
“Il carcere rende dei vegetali, perché esistono condizioni assurde e inumane, ed è una scuola di reclutamento per la mafia”. Parole forti quelle del 31 enne, condannato in primo grado a 25 anni per poi essere assolto definitivamente in Cassazione . L’obiettivo “sociale”, come lo definisce Sollecito, quello del suo impegno, è volto a “far conoscere come funzionano le cose nel nostro Paese. Non ho alcuna voglia di entrare in politica e fare politica”, rassicura Sollecito. Poi, tornando al suo caso, Sollecito afferma di aver “fatto appello a Sergio Mattarella, affinché possa fare luce sulle responsabilità di chi ha sbagliato, distruggendomi l’esistenza”.
Raffaele Sollecito si iscrive ai Radicali
Iscrittosi al Partito Radicale, Sollecito parla dell’uscita dal carcere degli ex detenuti e dell’assenza di piani di rintegrazione: “i detenuti, quando escono, si ritrovano isolati nella società. Non ci sono politiche di reinserimento. Durante la detenzione si è abbandonati e, una volta usciti, il detenuto non ha alcuna possibilità di affacciarsi a una società che lo rifiuta. Una volta finita la detenzione, queste persone che vengono a trovarsi rifiutate dalla società nella stragrande maggioranza dei casi sono portate a riaffacciarsi a chi li ha aiutati in carcere, che sono i criminali e i mafiosi”.
Le sue parole al congresso di Chianciano Terme, in provincia di Siena, si concludono con accuse all’informazione che non l’ha rispettato negli anni passati e voci di risarcimenti che lo Stato, secondo l’avvocato Luca Maori, dovrà farsi carico per risarcire Sollecito.