A sinistra qualcosa si muove. Ancora poco per attrarre le folle oceaniche che andavano ai comizi di Berlinguer e compagni, ma i primi smottamenti in casa Pd stanno iniziando a trasformarsi in qualcosa di concreto: due movimenti alternativi tra loro ma uniti nel nome dell’antirenzismo militante. Da una parte Stefano Fassina, dall’altra Pippo Civati, entrambi ex deputati del Partito Democratico. Novembre sarà il mese della loro discesa in campo ufficiale. Il primo presenterà il nuovo gruppo parlamentare “A Sinistra” sabato prossimo al Teatro Quirino di Roma. Il secondo invece ufficializzerà a Napoli, il 21 novembre, la nascita del suo movimento “Possibile” – già conosciuto per la campagna referendaria fallita contro il governo Renzi su legge elettorale, jobs act, trivelle e “buona scuola”.
Sinistra ancora divisa
L’antica regola della frammentazione a sinistra è, ancora una volta, pienamente rispettata. Tanto che, ancor prima di formalizzare la nascita dei rispettivi movimenti, i protagonisti hanno già cominciato a litigare. Il primo ad attaccare è stato Nichi Vendola, leader storico di Sel, che in un’intervista sul Manifesto di 10 giorni fa ha detto: “Civati si comporta come un elefante in cristalleria, in ogni città in cui passa lascia una scia di polemiche e divisioni”. Nei giorni scorsi anche Fassina e gli altri esponenti di Sinistra Ecologia e Libertà hanno criticato il percorso in solitaria di Civati perché – sostengono – “è il momento di unire” e non di dividere.
Sinistra è “Possibile”?
Eppure “Possibile” – il movimento fondato più di un anno fa dal deputato brianzolo – può contare già su 200 comitati referendari, 5000 iscritti e 4 parlamentari: Luca Pastorino, Beatrice Brignone, Andrea Maestri e appunto Civati. L’esperienza dei 7 quesiti referendari, seppur fallimentare, ha permesso all’ex candidato alla segreteria del Pd di girare per l’Italia raccogliendo più di 300mila firme contro le principali riforme del governo Renzi. E, va detto, senza alcuna copertura mediatica. Un risultato da tenere in considerazione per il futuro. Così il prossimo 21 novembre a Napoli è atteso un migliaio di militanti, per la gran parte ex elettori Pd che si sentono traditi dalla deriva centrista dell’ex sindaco di Firenze. Il primo test sarà quello delle prossime amministrative in cui “Possibile” correrà da solo. “Mentre un po’ dappertutto è aperto nella sinistra tradizionale il dibattito tra governisti e alternativisti (penso a Bologna, penso a Torino), ritengo che dovremmo sottrarci e rilanciare: creare da subito, con tutti quelli che ci stanno, un percorso. Autonomo e, mi viene da dire, necessariamente alternativo” ha scritto Civati sul suo blog venerdì scorso. Per esempio “la coalizione civica (e quindi politica) di Bologna” o “la proposta che proviene da Giorgio Airaudo e altri a Torino”. L’importante – conclude Civati – è che “le forze prima libere che di partito” individuino entro la fine dell’anno “cinque proposte cinque per la propria città, da condividere e da sottoporre al vaglio degli elettori”.
La Sinistra di Fassina
Dall’altra parte c’è Stefano Fassina, il deputato romano di cui si è fatto il nome in questi giorni per una possibile candidatura al Campidoglio con una lista a sinistra del Pd. Sabato al teatro Quirino verrà annunciata la formazione del nuovo gruppo parlamentare “A Sinistra”. Alla Camera questo potrà contare su circa 30 deputati: i 25 di Sel più Fassina, Monica Gregori, Carlo Galli e probabilmente Alfredo D’Attorre che, però, non ha ancora ufficializzato il suo addio al Pd. Al Senato invece i 10 componenti minimi per formare un gruppo autonomo saranno i 7 di Sel più Corradino Mineo e i due ex 5 Stelle Fabrizio Bocchino e Francesco Campanella. Sabato saranno presenti anche Sergio Cofferati, Nichi Vendola e Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia nel 2001, che sarà uno dei consulenti economici del nuovo gruppo italiano oltre a Podemos in Spagna e al Labour di Corbyn in Inghilterra. “Mentre il Pd lancia l’operazione Verdini, noi tentiamo di costruire il Polo della Buona Politica” ha annunciato Arturo Scotto, capogruppo di Sel alla Camera, nella conferenza stampa di presentazione dell’evento. Primo obiettivo: mettere su una finanziaria alternativa a quella del governo da trasformare in emendamenti in aula perché, dice Fassina, “la legge di stabilità è il terreno su cui si giocano pezzi importanti del futuro del Paese”. Uno degli emendamenti potrebbe essere proprio quello di abolire la Tasi per il 90% delle famiglie italiane (e non per tutte come vuole il governo) recuperando così “1,5 miliardi da reinvestire nella lotta alla povertà”.
Sinistra alla prova Comunali
Anche per Fassina e fuoriusciti dal Pd, il primo banco di prova saranno le prossime amministrative. A Napoli il movimento sosterrà la ricandidatura di Luigi De Magistris mentre a Milano è possibile anche un apparentamento con il Pd, come ha espressamente richiesto il sindaco uscente Giuliano Pisapia. La capitale, invece, fa storia a sé. In questi giorni circola proprio il nome di Fassina, romano di nascita, ma qualcuno maligna addirittura di un possibile sostegno alla candidatura di Ignazio Marino per fare uno sgambetto ai democratici e aprire le porte del Campidoglio o ai 5 stelle o ad Alfio Marchini.
Sinistra insieme a Landini
Intanto l’anello di congiunzione tra i due gruppi sembra essere la coalizione sociale di Maurizio Landini che nei giorni scorsi ha ottenuto l’appoggio e la partecipazione di entrambi i protagonisti alla manifestazione della Fiom a Roma del prossimo 21 novembre.
Giacomo Salvini
Twitter @salvini_giacomo