E’ previsto per questa sera l’incontro tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e i parlamentari del Pd in cui si cercherà di trovare la quadra sulla legge di stabilità a seguito delle diverse critiche, arrivate anche dalle Regioni. E’ stato infatti Sergio Chiamparino, governatore piemontese, a lanciare l’allarme sulla “sopravvivenza stessa” degli enti locali, accolto dal governo che ha già fissato un incontro per il prossimo mercoledì.
La pioggia di critiche sulla manovra economica del governo – arrivata già da qualche tempo – si è intensificata ieri quando sono giunti i pareri dei tecnici di Camera e Senato, i quali hanno appunto avvertito i sindaci dei comuni sui rischi e difficoltà che potranno sopraggiungere con l’eliminazione della Tasi, nonché con il mancato incremento della spesa sanitaria.
Renzi incontrerà quindi prima i suoi stasera alle 20.30 all’Assemblea dei Gruppi Dem di Senato e Camera al fine di avere un confronto prima che inizi l’iter parlamentare relativo alla manovra, mentre domani l’incontro sarà con le Regioni. L’intenzione è, come di consueto, di non apporre molti cambiamenti al testo: “Sulla sanità ci sono più soldi del passato, le tasse devono scendere” e le Regioni “eliminino piuttosto gli sprechi”, questi i commenti del premier.
Corte dei Conti e Bankitalia si aggiungono ad affondare la manovra
Oggi si sono aggiunti, a criticare la legge di stabilità di Renzi, i pareri della magistratura contabile e di Bankitalia: “La legge di stabilità utilizza al massimo gli spazi di flessibilità disponibili, riducendo esplicitamente i margini di protezione dei conti pubblici, e lascia sullo sfondo nodi irrisolti (clausole, contratti pubblici, pensioni) e questioni importanti (quali il definitivo riassetto del sistema di finanziamento delle autonomie territoriali”, scrive la Corte dei Conti.
Sotto giudizio – da parte di entrambe – è sempre il taglio di Imu e Tasi. Il presidente della Corte, Raffaele Squitieri, ha detto il proposito che “La principale fonte di finanziamento manovrabile degli enti riguarda le abitazioni diverse dalla prima casa, su cui continuerà a vivere il dualismo Tasi-Imu, con la conseguenza che la maggioranza dei servizi indivisibili forniti dai Comuni graverà di regola sui non residenti e quindi soggetti non in grado di operare il ‘controllo politico’ sull’operato degli amministratori attraverso il voto”. Bankitalia, dal canto suo, è scettica riguardo i benefici dei tagli sui consumi: “Meglio tagliare le tasse sulla produzione che sulla casa”, è il suo parere-suggerimento.
Poi, la stoccata finale all’ottimismo renziano arriva sempre da parte della magistratura contabile: “Non si può prescindere dal quadro di incertezza che caratterizza l’economia internazionale. Esso è destinato a riverberarsi su un’economia italiana la cui ripresa, dopo una lunga fase recessiva, è per ora basata su dati incoraggianti ma non univoci“. Il “rischio deflazione e di interruzione della ripresa in atto è ben presente. Appare quindi condivisibile la preoccupazione del governo di non incidere in senso negativo sulle prospettive del Paese, muovendo in direzione di un’ulteriore revisione della strategia di fiscal policy e degli obiettivi di convergenza verso l’equilibrio strutturale di bilancio”.
Iva, Bankitalia: “Calo delle tasse marginale”
Per quanto riguarda invece l’Iva, sempre secondo la Corte dei Conti “La legge di Stabilità sconta il carattere temporaneo di alcune coperture e il permanere di clausole di salvaguardia rinviate al futuro. Un riassoribimento delle clausole nel 2017 e nel 2018 richiederà l’individuazione di consistenti tagli di bilancio o aumenti di entrate sia pur resi meno onerosi dai benefici di una maggiore crescita. Le condizioni economiche del Paese avrebbero potuto consigliare l’adozione di interventi sulla spesa fiscale – riguardanti ad esempio un articolato intervento sulle aliquote Iva agevolate o sulla stessa struttura delle aliquote Iva – eventualmente attutiti (ma non annullati) con misure di sgravio”. Sullo stesso tema pesa la sentenza – chiara ed inequivocabile – di Bankitalia: “Il calo delle tasse è marginale (0,1 punti)”.
Innalzamento tetto contante
Meno pesante è il giudizio, sempre di Bankitalia arrivato tramite il suo presidente Federico Signorini, sull’aumento del tetto del contante. Anche se “Ridurre la circolazione di contante resta comunque un obiettivo da perseguire, non da ultimo per motivi di efficienza. Nel nostro Paese la propensione all’utilizzo del contante rimane molto più elevata dalle media europea”. Quindi, spiega, “è opportuno incentivare le transazioni effettuate con le carte di pagamento, riducendo i relativi costi e le commissioni a carico degli esercenti”, e “dal mero punto di vista del tracciamento delle transazioni, quanto più la soglia è bassa tanto meglio è, ma ci sono limiti pratici da considerare. Non vi sono quindi elementi per escludere a priori l’opportunità di un innalzamento del limite generale da mille a tremila euro“.