ISIS, lo Stato Islamico trova alleati in Italia: i maoisti di Firenze del PMLI.
Lo storico Partito Marxista-Leninista Italiano, fondato a Firenze nel 1977 da “quattro pionieri arditi” maoisti, tra cui l’eterno segretario Giovanni Scuderi, nel mese scorso ha diffuso un comunicato di appoggio allo Stato Islamico – ISIS che ha creato scompiglio, soprattutto tra i militanti dei partiti e movimenti che rivendicano l’attributo di “comunista”.
PMLI, il segretario Scuderi: “Alleati di ISIS contro l’imperialismo di Russia e USA”
Nel corso della 5ª Sessione plenaria del Comitato centrale del PMLI tenutasi l’11 ottobre, Scuderi ha così motivato la presa di posizione: “Una santa alleanza imperialista è nata per combattere e distruggere lo Stato Islamico (ISIS) che si oppone all’imperialismo. Ovviamente il PMLI non può farne parte. Il nostro posto attuale è al fianco di chi combatte l’imperialismo che è il nemico comune di tutti i popoli del mondo. Lo Stato islamico non vuole che l’imperialismo sia il padrone dell’Iraq, della Siria, del Medioriente, dell’Africa del Nord e centrale, dell’Afghanistan e dello Yemen. Nemmeno noi lo vogliamo, quindi non possiamo non appoggiarlo”. In seguito egli ha precisato che esisterebbe un “un abisso incolmabile sui piani ideologico, culturale, tattico e strategico, e non condividiamo tutti i suoi metodi di lotta, atti e obiettivi”, tuttavia il punto in comune “che supera al momento ogni e qualsiasi altra divergenza” sarebbe “quello della lotta senza quartiere all’imperialismo”, “ed è il perno della nostra alleanza antimperialista”. In aggiunta, alcuni militanti hanno rimarcato che esistono comunque differenze: non condividono affatto “i principi islamici della poligamia, della sottomissione della donna” né quello “per cui tutti i libri vanno distrutti in quanto basta il Corano”; inoltre condannano gli attacchi su Kobane e si schierano” apertamente con la legittima richiesta dei curdi siriani di avere uno Stato autonomo”.
Se “le alleanze si fanno con le forze che sono in campo, indipendentemente dalle loro caratteristiche, ideologie e strategia” – ha affermato Scuderi – la “contraddizione principale” oggi starebbe tra una “santa alleanza imperialista” formata da Russia e Stati Uniti d’America, cui farebbe parte anche il “neoduce interventista Renzi”, e chi vi si oppone, in questo caso ISIS. Rievocando l’alleanza tra Stalin e gli americani per sconfiggere i nazisti, e quella tra Mao e i nazionalisti del Kuomintang per sconfiggere gli invasori giapponesi, “così noi dobbiamo necessariamente allearci con lo Stato Islamico, altrimenti staremo dalla parte dell’imperialismo aggressore. Un’altra alternativa antimperialista non esiste, nemmeno quella della neutralità”, ha affermato Scuderi.
Il precedente: “Né con Gheddafi, né con la NATO”
In altri casi, tuttavia, come nelle vicende libiche di qualche anno fa, si schierò accanto ai ribelli libici contro Gheddafi, il quale avrebbe abbandonato la posizione anticolonialista e antimperialista degli anni ’70 per scendere a patti con gli imperialisti e “addirittura col nuovo Mussolini, Berlusconi”. Ma nel 2011 avevano quindi sostenuto una posizione “né-né”: “Libia libera da Gheddafi e dagli imperialisti”, accodandosi ad uno slogan ripetuto da molte sigle di sinistra “né con Gheddafi, né con la NATO, ma dalla parte del proletariato”.
ISIS: realismo, reato o follia? Le reazioni sulla stampa
C’è chi ha invocato un’inchiesta della magistratura per capire se ci siano estremi di reato in queste posizioni e chi l’ha inserita tra le “dichiarazioni surreali”, come ha fatto la sezione online de L’Espresso. Il quotidiano Il Tempo ha parlato di “frase choc”, mentre su Il Giornale si afferma che il PMLI avrebbe “abbandonato la grigia barba di Marx per quella ben più scura (ed inquietante) di Abu Bakr al Baghdadi”.
Il PMLI denuncia: “Aggrediti a Roma e a Napoli”
C’è chi invece è passato allo scontro in modo più diretto. Il PMLI ha denunciato in particolare “ripetute provocazioni e aggressioni” che avrebbe subito il 22 ottobre a Roma e il 24 ottobre a Napoli, nel corso di due manifestazioni, rispettivamente in solidarietà all’Intifada palestinese e contro l’esercitazione militare Nato “Trident Juncture 2015”. A Roma un militante del Partito della Rifondazione Comunista li avrebbe accusati di essere dei “pazzi” per via del comunicato in appoggio a ISIS e avrebbe schernito l’astensionismo militante che contraddistingue il PMLI con frasi del tipo “vi piace vincere facile”. Secondo quanto riportato dal partito, dopo un’ora sarebbero stati avvicinati da altri quattro individui che avrebbero intimato di rimangiarsi il comunicato, accusandoli anche di ricevere finanziamenti dal Qatar e dagli Emirati Arabi: “O ritrattate la vostra posizione oppure verrete esclusi dalle prossime manifestazioni e state attenti che i curdi non saranno teneri con voi”, avrebbero loro intimato. A Napoli, invece, l’unico militante PMLI presente in piazza sarebbe stato intimato “prima di ripiegare la bandiera e in un secondo momento, quando gli aggressori sono diventati addirittura sette, gli sono state strappate due bandiere del Partito, facendone sparire una e sputando sull’altra”.
Al contempo, da Il Bolscevico, testata del partito, rinnovano l’invito a tutti coloro che volessero dibattere la controversa posizione di alleanza con ISIS: “naturalmente pubblicheremo sia gli interventi a favore che quelli contrari”, con un’unica eccezione, “a parte i fascisti dichiarati”. Il PMLI conta di una decina di “cellule” presenti nelle principali città italiane ed è riconoscibile per le bandiere rosse su cui campeggia una falce e martello nera con un’effige di Mao Zedong.