Se fino a qualche settimana fa il Pd deteneva saldamente lo scettro di primo partito secondo tutte le rilevazioni, gli ultimi dieci giorni hanno rimesso in discussione tutto.
Pur di scacciare lo spettro di un possibile exploit grillino, in via del Nazareno sono stati moltiplicati gli sforzi per le ultime ore di campagna elettorale. In particolare, è proprio nella capitale che si concentrano molte speranze per il Partito Democratico, che – visti gli ottimi risultati ottenuti nell’ultimo anno in occasione delle tre tornate elettorali (politiche, regionali, comunali) oltre che all’ampia partecipazione raggiunta alle primarie – ha pensato bene di consolidare questo bacino elettorale, sfoderando per le europee alcuni dei suoi pezzi da novanta.
Inoltre, giova ricordarlo, Roma e il Lazio sono incluse nella circoscrizione centro, in compagnia di Marche, Umbria e Toscana, storici serbatoi di consenso per il partito di Matteo Renzi. L’aggregazione di queste regioni in un unico collegio potrebbe essere determinante per far lievitare il risultato del Pd, che guadagnerebbe così ulteriori seggi nella circoscrizione centro. Stando alla media-sondaggi e alle previsioni di distribuzione dei seggi elaborate da Termometro Politico, il Pd dovrebbe ottenere 27 seggi. È ipotizzabile che nel collegio dell’Italia centrale riuscirà a conquistarne tra i 6 e gli 8, su un totale di 14 disponibili. Nulla è scontato, chiaramente. Bisognerà infatti tenere conto del risultato che il Pd conseguirà a livello nazionale, di quante altre liste supereranno lo sbarramento e, non da ultimo, degli intricati meccanismi di distribuzione dei seggi a livello territoriale.
In ogni caso, le aspettative sono così elevate che in casa Pd queste elezioni europee rischiano di portare sorprese indesiderate per qualche candidato romano. In totale, i candidati “di peso” riconducibili a Roma città sono cinque. Tre di loro (David Sassoli, Silvia Costa, Roberto Gualtieri), eurodeputati uscenti, partirebbero da una posizione privilegiata. Il condizionale, chiaramente, è d’obbligo. L’ex giornalista del Tg1 difficilmente potrà ripetere il successo di cinque anni fa (400.000 preferenze personali), sia perché non più capolista della circoscrizione (scavalcato all’ultimo da Simona Bonafè) sia perché sfavorito dal deludente risultato ottenuto alle primarie per il sindaco di Roma (24%). Strada in salita anche per Silvia Costa, ex popolare la quale – per quanto avvantaggiata dalla preferenza di genere – stavolta dovrà vedersela con l’altra candidatura femminile “pesante”, la già citata Bonafè, renziana fedelissima, la cui elezione a molti addetti ai lavori appare ormai una formalità. Tutt’altro che scontata invece la riconferma per Roberto Gualtieri, sostenuto dall’area cuperliana del partito, ancora piuttosto organizzata a Roma (soprattutto nei circoli) ma decisamente meno competitiva, sul piano numerico, rispetto a cinque anni fa.
Due sono invece le new entries. Per modo di dire, ovviamente. Il primo è Goffredo Bettini, già parlamentare di lungo corso, storica eminenza grigia della sinistra capitolina e regista di tutte le vittorie dei democratici in Campidoglio, dalla prima elezione di Rutelli nel 1993 a quella di Marino nel 2013. Bettini può contare su una fitta rete di contatti e relazioni interpersonali che gli garantiranno già in partenza un pacchetto di qualche migliaio di preferenze. Grazie alle sue note abilità “diplomatiche” inoltre, è già riuscito a concludere ticket con Sassoli e Costa a Roma, e con Francesco De Angelis (anch’egli uscente) a Frosinone. L’altro aspirante eurodeputato è Enrico Gasbarra, legato ad Area Democratica, ex vicesindaco e presidente della provincia di Roma, la cui candidatura ha fatto storcere il naso a più di qualche esponente democratico.
Riepilogando, un Pd che oscillerebbe tra i 6 e gli 8 seggi. Due di questi appaiono “ipotecati” da Simona Bonafè e Leonardo Domenici, un altro europarlamentare uscente, già sindaco di Firenze, il quale dovrebbe fare il pieno di voti in Toscana. C’è poi il già menzionato De Angelis, che punta al successo nella sua Frosinone, oltre ad altri candidati romani definibili di “seconda fascia” (Claudio Bucci del Psi, Valentina Mantua, Ilaria Bonaccorsi – civatiana) che potrebbero sottrarre voti preziosi ai succitati “pezzi grossi”. La campagna elettorale continua, e si avvia ormai verso la volata finale, una volata che per i candidati romani del Pd assumerà il significato di una sfida all’ultima scheda, i cui esiti potrebbero determinare – non è escluso – anche significative variazioni dei rapporti di forza interni al partito.