Crisi dei migranti per Biden: eredità di Trump, piani di Biden e critiche
La crisi dei migranti al confine meridionale degli Stati Uniti non si è conclusa con il cambio di presidente. Joe Biden si trova ad affrontare un sistema profondamente rivoluzionato dalle politiche di Trump e un numero record di arresti di immigrati illegali.
La crisi dei migranti non è una crisi
Nonostante i report dei suoi più stretti collaboratori evidenzino il bisogno di almeno 20000 posti letto per i migranti che stanno attraversando il confine tra U.S. e Messico, secondo l’Amministrazione non c’è ancora nessuna crisi.
Queste almeno le parole del Segretario per la sicurezza domestica, Alejandro Mayorkas che ha parlato del problema come di una sfida.
A dispetto delle rassicurazioni dell’Amministrazione Biden, la situazione sembra tutto fuorché di rapida soluzione. Il numero di bambini migranti, secondo le previsioni, supererà l’attuale record del 45% del totale degli individui.
Ovviamente il tutto è complicato dal dover affrontare contemporaneamente la pandemia.
Dalle carovane ai posti letto mancanti
La prima campagna elettorale di Trump si è giocata anche sulla presunta invasione di carovane dirette ai confini meridionali degli Stati Uniti. L’esempio più famoso è il muro al confine con il Messico, diventato il simbolo della campagna trumpiana.
Dopo vari problemi per ottenere l’approvazione del budget per la costruzione del muro e dopo la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, i lavori sono iniziati nel 2019.
In tutto sono state costruite 455 miglia di nuove barriere, di cui a parte 49, tutte andate a rinforzare strutture già presenti.
Il 20 gennaio 2021, il presidente Biden ha “chiuso” l’emergenza nazionale e bloccato la costruzione del muro.
I problemi di Biden
Nonostante il problema non fosse delle dimensioni dichiarate dalla precedente amministrazione, Biden si trova comunque ad affrontare il dilemma di tanti migranti ma pochi posti letto.
Secondo l’Ufficio Dogane e Polizia di Frontiera degli Stati Uniti (paragonabile alla nostra Guardia di Finanza), più di 700 bambini immigrati che hanno superato il confine senza i propri genitori, sono attualmente tenuti in custodia nelle centrali della polizia di frontiera.
Tra dicembre e gennaio 2021, il numero di minori non accompagnati e bloccati mentre attraversavano il confine, è passato da circa 4500 a 7300. Il numero più alto degli ultimi dieci anni.
Il presidente Biden si sta rapidamente rendendo conto che nonostante non si possano detenere i bambini nelle gabbie, trovare un alloggio in tempi brevi non è semplice.
I piani di Biden
Con oltre 5000 bambini migranti da ricollocare e la pandemia che ha dimezzato i posti letto utilizzabili, la situazione è complicata per Biden.
Per gestire questi migranti, l’Amministrazione ha temporaneamente riaperto un centro per minori non accompagnati a Carrizo Springs in Texas. Questa struttura era stata operativa per un solo mese nell’estate del 2019 e dovrebbe ospitare massimo 700 ragazzi tra i 13 e i 17 anni.
Gli sforzi di Biden si sono concentrati anche nel capovolgere la politica migratoria di Trump. Subito uno stop alle espulsioni rapide dei bambini migranti non accompagnati. Tuttavia le espulsioni continuano per molte famiglie e per chi chiede asilo individualmente.
Non tutto ciò che è Trump vien per nuocere (Biden)
Nonostante la proclamata volontà di discontinuità con la precedente amministrazione, Biden non sta ancora completamente smantellando ciò che rimane di essa.
Pur discostandosi dalle gabbie dove venivano “custoditi” i bambini migranti con Trump, alcune delle strutture utilizzate dalla precedente amministrazione sono state rinnovate e nuovamente impiegate.
Inoltre, Biden ha per ora mantenuto in vigore una policy di emergenza varata da Trump, che permette alle autorità statunitensi di espellere tutti i migranti senza l’appropriata documentazione. Questo scavalcando le normali leggi sull’immigrazione.
Le critiche a Biden
La crisi dei migranti e di conseguenza i problemi legati ai minori non accompagnati, sta esponendo Biden a critiche simili a quelle ricevute da Trump.
Benché siano finiti i tempi dei minori in gabbia, l’aver mantenuto in piedi alcune delle politiche migratorie di Trump ha provocato le ire sia di associazioni umanitarie sia di una frangia dello stesso Partito Democratico. In prima linea l’emergente stella dell’area più socialista del partito, Alexandria Ocasio-Cortez.
Ovviamente non sono mancati gli attacchi dai repubblicani che fanno notare come Trump sia stato attaccato per policies che sono implementate anche da Biden, nonostante esso stesso le avesse criticate.
Crisi dei migranti: Biden è Trump?
Le associazioni per i diritti umani criticano la decisione di tenere i minori in custodia, per settimane o mesi. Pur riconoscendo un minor tempo di detenzione (ridotto a un mese in media), i critici di Biden hanno evidenziato le similitudini tra le sue policies sull’immigrazione e quelle di Trump.
Mayorkas ha subito liquidato questi paragoni definendoli inadeguati e affermando che il suo Dipartimento e Biden stavano agendo nel miglior interesse possibile per i minori.
Tuttavia, i contestatori di queste politiche hanno fatto notare l’insensatezza del tenere in custodia i minori. Molti di essi arrivano già con il progetto di ricongiungersi con i propri sponsor e quindi non si vede il motivo per cui questo processo debba essere rallentato.
In risposta a queste critiche, l’amministrazione Biden sta promuovendo la conversione dei centri di accoglienza in centri di ricezione. Questo dovrebbe tagliare i tempi della burocrazia e permettere il rilascio dei migranti (minori accompagnati e non, famiglie ecc.) entro 72 ore dal loro arrivo nel Paese.
Staremo a vedere.