Siria, Isis: alcuni esperti stanno stendendo un approfondito rapporto che proverebbe l’uso di armi chimiche da parte dei miliziani dello Stato Islamico. Sotto la lente d’ingrandimento dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) un attacco verificatosi a Marea, città nei pressi di Aleppo, distretto di Azaz, Nord della Siria, giorno 21 agosto. In quel caso, i miliziani dell’Is avrebbero utilizzato l’Iprite (mustard gas), durante un combattimento con un gruppo ribelle del luogo.
Siria, Isis: lo Stato Islamico ha le armi chimiche?
Il rapporto dell’OPCW ancora non è stato pubblicato ma, stando a quanto riferiscono alcuni giornalisti che hanno avuto modo di dargli un’occhiata, conterrebbe le prove che dimostrano come un bambino sia morto a causa dei terribili effetti dell’arma chimica. Il cosiddetto gas mostarda – anche a temperatura ambiente e in forma liquida – è un potente irritante che causa gravi danni alla pelle (vesciche), all’apparato respiratorio e agli organi interni.
In un comunicato risalente al 25 agosto, Medici Senza Frontiere ha riferito di aver curato un’intera famiglia proveniente da Marea che presentava tutti i sintomi da “intossicazione da agente chimico”. Nella nota veniva resa nota anche la loro testimonianza che parlava “di un gas giallo che ha invaso il soggiorno, durante un intenso bombardamento”.
Tuttavia, al momento, riferiscono dall’agenzia di stampa Reuters, nonostante alcune fonti diplomatiche che hanno preferito mantenere l’anonimato abbiano confermato l’uso di Iprite durante gli scontri di Marea, non è stato dimostrato che siano stati i miliziani dell’Isis a utilizzarla. D’altra parte, i sospetti vengono da lontano: l’esercito Usa, da tempo, pensa che le forze dell’Isis abbiano usato colpi di mortaio contenenti Iprite anche nei combattimenti contro i curdi, sempre nella parte settentrionale del paese, e contro i Peshmerga in Iraq. Secondo il Pentagono, gli islamisti si sono appropriati di alcune scorte dell’esercito di Assad. Da Damasco si ribatte dicendo che tutte le scorte sono state distrutte nel quadro dell’accordo sottoscritto in seguito a un attacco con gas nervino, risalente al 2013, che ha colpito un sobborgo della capitale.