Una fetta di torta solo ai bimbi che se la possono permettere. Scoppia la polemica a Pomezia, comune di 57mila abitanti a due passi da Roma, dove l’amministrazione guidata dal Movimento Cinque Stelle vuole lanciare una gara d’appalto per l’affidamento del servizio nelle mense delle scuole pubbliche: due menù diversi, uno con dolce e l’altro senza.
La polemica riguarda il capitolato d’appalto della giunta guidata Fabio Fucci per l’affidamento del servizio che coinvolge bambini d’età compresa tra i 3 e i 10 anni: un appalto che durerà tre anni e fornirà ogni anno oltre 400mila pasti.
Due le soluzioni. Il primo menù prevede un primo, un secondo, un contorno, pane, frutta e acqua. Costo: 4,00 euro. Nel secondo menù c’è un primo, un secondo, un contorno, pane, frutta, un dolce e acqua. Prezzo: 4,40 euro. Solo quaranta centesimi di differenza, abbastanza per sollevare un polverone.
Una iniziativa vergognosa, per Pd e Sel, secondo i quali si tratta di una misura discriminatoria che farà provare ai bambini l’esperienza della diseguaglianza sociale. “È inaccettabile la scelta operata dalla giunta grillina di Pomezia di utilizzare due menu nelle mense scolastiche a seconda della possibilità di pagamento dei genitori dei bambini” hanno tuonato i democratici Valeria Fedeli e Raffaele Ranucci, ”in sostanza a chi paga di più viene fornito un pasto completo! E questo in una scuola pubblica”. Altrettanto duro il commento di Sinistra Ecologia e Libertà, che “contrasterà in tutti i modi possibili questa decisione e chiede da subito che l’Amministrazione comunale torni sui suoi passi”.
Il sindaco di Pomezia Fabio Fucci risponde che l’idea dei due menu è venuta direttamente dalle famiglie. “I genitori ci hanno chiesto di prevedere due menu diversi, uno più costoso e l’altro meno” ha spiegato, “noi abbiamo rifiutato questa scelta discriminatoria e abbiamo deciso, invece, di distribuire la merenda pomeridiana, un dolce o un frutto, a chi pagava una certa cifra e viceversa. Gli altri la portano da casa”.