Sondaggi Lega Nord, il partito di Salvini lontanissimo dal Pd al ballottaggio
Ilvo Diamanti, nel suo Atlante Politico settimanale, torna ad occuparsi ( qui un precedente articolo) del rapporto tra Lega e Forza Italia. Tale “fenomeno” tempo fa veniva definito dagli esperti Forza-leghismo, ora visti i rapporti di forza, è più correttamente ribattezzato Lega-Forzismo. Due partiti diversi per base e struttura, due leader che hanno poco in comune eppure nonostante queste sostanziali differenze, ieri a Bologna si sono ritrovati uniti di nuovo in Piazza a porre le basi di un percorso comune con l’obiettivo di sconfiggere Matteo Renzi.
Sondaggi Lega Nord: il legaforzismo alla prova dei numeri
Il dato che emerge chiaramente dalla rilevazione Demos è la lontananza della Lega Nord in un ipotetico ballottaggio con il Pd. Quasi venti punti di differenza separano i due “Matteo”. Il Carroccio paga pesantemente la sua storia nel sud Italia e in generale risulta essere poco attrattivo per gli altri elettori, si pensi che persino una parte consistente del popolo forzista, 23%, si rivolgerebbe al PdR (Partito Democratico di Renzi). L’elettorato cinque stelle sarebbe diviso: il 36% sceglierebbe i democratici, il 29% gli azzurri mentre il 35% resterebbe a casa.
Cambia completamente lo scenario in caso di listone unico Forza Italia- Lega. In questo caso la partita sarebbe aperta e la differenza tra i due schieramenti al momento è stimata al 4% (Pd 52%- cdx 48%). In questo caso diventano fondamentali gli elettori cinque Stelle che in questo caso, ancor più marcatamente del precedente, si rivolge al centro-sinistra (37% vs 24%).
Come si giudicano rispettivamente gli elettori di Lega e Forza Italia? Tra gli “uomini di Silvio” il 53% dichiara di sentirsi comunque vicino alla Lega, mentre tra i fedelissimi di Salvini il dato scende sotto la maggioranza assoluta, al 45%. Questi numeri evidenziano ancor di più che il partito unico del centro-destra più che una necessità risulti essere un’esigenza, come lo stesso Presidente Demos, ha evidenziato nel finale del pezzo: ” Anche se i due partiti condividono circa metà del loro bacino di simpatizzanti, non è detto che farli marciare dietro alla stessa bandiera e allo stesso leader possa funzionare. Oggi, questa via è intrapresa non per confidenza, ma per – reciproca -convenienza. Per “stato di necessità”. Domani è un altro giorno: si vedrà.”