“La modifica della Severino era nel patto del Nazareno”. Le parole pronunciate ieri sera a Porta a Porta da Silvio Berlusconi hanno scatenato la reazione indignata dei vertici Pd. Matteo Renzi l’ha bollata come “una cavolata totale”, “un’invenzione senza fondamento”, “una delle sue barzellette che non fanno ridere”. Forza Italia ha poi corretto il tiro “Nessuna modifica inclusa nel patto, quell’accordo comportava la legittimazione reciproca delle forze che lo avevano promosso”. Una precisazione a frittata già fatta. Ma l’intenzione di Berlusconi forse era un’altra. Tornare sulla scena politica in modo dirompente. E in qualche modo ci è riuscito.
Silvio Berlusconi e il “quadrifoglio”
Ieri l’ex premier sembrava essere già in campagna elettorale: “Sono convinto che alle politiche possiamo puntare al 51 per cento”. E nel plurale sono inclusi Meloni e Salvini (ieri confuso dal Cavaliere con Renzi). Perché Berlusconi è sicuro che solo uniti si può battere il premier. Per questo fa dire a Toti che “per vincere dobbiamo stare insieme e l’Italicum, se non cambierà la legge, ad oggi ci porta addirittura, se vogliamo essere competitivi, a dover pensare ad una lista unica del centrodestra per il 2018. È bene che tutti se ne facciano una ragione e remino nella stessa direzione”. Al governatore ligure fa eco Renato Brunetta: “Il centrodestra unito è vincente. Se al centrodestra unito si somma poi il civismo di esperienze come quella di Brugnaro a Venezia, vale a dire di liste civiche con personalità della società civile che si candidano nell’ambito del centrodestra, allora il centrodestra con quattro petali, con il quadrifoglio (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, più il civismo vincente) vince in tutte le città, ma vince anche alle elezioni politiche”.
Silvio Berlusconi e il nodo leadership
Il nodo da sciogliere è però quello riguardante la leadership. Berlusconi per ora rimanda il suo ritiro: “Vedremo proseguendo nel tempo chi sarà il candidato del centrodestra”. Scelta che ha fatto drizzare le antenne a Giorgia Meloni. “Silvio Berlusconi è sicuramente un protagonista della politica italiana, purché non decida di giocare lo stesso ruolo che ha giocato vent’anni fa, negli ultimi vent’anni, come se Maradona volesse tornare a giocare nel Napoli. Può essere un ottimo allenatore, un ottimo presidente di squadra, un ottimo tante cose, ma non un’ottima punta”.
Silvio Berlusconi e le Comunali
Ma ora le priorità sono altre e si chiamano Comunali. Milano e Roma sono i piatti principali. Nel capoluogo lombardo è sempre forte il nome di Del Debbio anche se il conduttore per ora nicchia: “Questa cosa non esiste e non esisterà. La questione della mia candidatura è chiusa, anzi non è mai stata aperta”. Il Cav fa anche sapere ai coordinatori azzurri di avere un nome forte per Milano ma “non posso rivelarlo”. Ma chi gli sta vicino è sicuro che questa sia semplicemente una tattica per convincere i soliti noti a scendere in campo. Forse Diego Della Valle che piace anche Salvini. Si vedrà.
Per Roma il nome di Alfio Marchini si è raffreddato. L’obiettivo primario per Berlusconi è riunire il centrodestra e quindi vista la contrarietà di Fratelli d’Italia ad appoggiare l’imprenditore, meglio puntare su altri nomi.
Silvio Berlusconi e il partito inquieto
Berlusconi però deve risolvere anche i problemi in casa propria. Le finanze del partito, da quando lui stesso ha chiuso i rubinetti, sono ridotte al lumicino. E il malcontento generale, dopo la piazza di Bologna, si ingrossa sempre più. “Il disagio c’è ed è forte, tra i parlamentari e sui territori. Dove e come sfocerà il disagio è da capire” ha fatto sapere la deputata Renata Polverini che aggiunge: “Ero tra coloro che, per la storia di Forza Italia, per il suo percorso, per il popolo dei moderati che abbiamo sempre rappresentato, non ritenevo utile la presenza di Berlusconi a Bologna”. Inoltre il senatore Altero Matteoli dato in partenza ha confermato che rimarrà. Ulteriore segno della confusione interna in Fi.
Silvio Berlusconi è però convinto di poter ritornare in pista. “Con il ritorno in tv e ormai libero dal peso della sentenza Mediaset, potrà recuperare i consensi persi da Forza Italia in questi due anni di assenza. Andrò più spesso in televisione”. Ieri c’è stato il primo atto.