Stefano Fassina spiega il senso del progetto politico presentato domenica al Teatro Quirino di Roma: “Sinistra Italiana non è la low cost del Pd. Non è la lista civetta per riportare in modo surrettizio al Pd gli elettori che hanno abbandonato quel partito. Sarebbe bastato vedere per intero cosa ho detto in tv. Si esprime un progetto politico autonomo, alternativo sia al Pd che al Movimento 5 Stelle, contro la destra che abbiamo visto sul palco domenica a Bologna”.
“Le mie parole sull’appoggio a un candidato 5 Stelle – dice Stefano Fassina nella sua intervista a Repubblica – hanno rotto un tabù”. “Il tabù è che il Pd di Renzi sia compatibile con un’alleanza di centrosinistra. Non lo è più, per le politiche fatte”.
Sinistra Italiana deve puntare ai ballottaggi
“Ho detto che non escludo la possibilità di sostenere un candidato del M5S come non escludo quella di appoggiare un Pd”. Il deputato ex Pd indica i ballottaggi alle prossime comunali come una scommessa “ambiziosa ma possibile. Si sottovaluta l’area sociale e elettorale abbandonata dal Partito della Nazione. Vorrei ricordare che in Emilia l’astensione è stata del 63% e in Toscana del 52%. La scissione è stata già fatta dagli elettori”.
“Nelle città staremo dalla parte di chi ha un programma di sviluppo sostenibile, di beni comuni e solidarietà. Non siamo usciti da Pd perchè Renzi ci stava poco simpatico, ma dopo avere votato ‘no’ al Jobs Act, alla riforma della scuola, della Costituzione, all’Italicum”. Inaccettabile per Fassina la critica di fare favori alla destra perché secondo l’esponente di Sinistra italiana “il favore alla destra lo fa chi fa le politiche di destra, cioè il governo Renzi”.