“Dodici anni fa l’Italia tutta pianse i suoi diciannove caduti che, per la Patria, immolarono la propria vita. Oggi, purtroppo, a piangere siamo rimasti solo noi familiari e quei tanti semplici e umili italiani che, a distanza di così tanto tempo, continuano a ricordarli intonando loro strade, piazze e scuole”. Queste le parole di Marco Intravaia, figlio del vicebrigadiere dei Carabinieri Domenico Intravaia morto a Nassiriya il 12 novembre 2003.
Anniversario strage Nassiriya, “Le istituzioni ci snobbano”
“Le Istituzioni? Certo – ha rilevato Intravaia – in questi anni sono state presenti, tra alti e bassi. Oggi, dopo 12 anni, i caduti non sono ancora stati insigniti della medaglia d’oro al valore militare (massima onorificenza concessa ai militari caduti per difendere lo stato e le istituzioni); il presidente della Repubblica, come ogni anno, non parteciperà ad alcuna commemorazione ufficiale. Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, snobba, per il secondo anno consecutivo, il monumento dedicato ai caduti di Nassiriya realizzato presso il parco di San Paolo fuori le mura, in Roma, che ripetutamente subisce danneggiamenti e deturpazioni. Domenica scorsa, a Bologna, i centri sociali sono tornati in piazza cantando canzoncine offensive nei confronti dei caduti di Nassiriya e inneggiando a nuove stragi utilizzando la ormai famosa frase ’10, 100, 1000, Nassiriyah’ , il tutto nel silenzio più assordante delle Istituzioni”.
Anniversario strage Nassiriya, “Istituzioni non degne”
“Per tutto ciò, oggi – conclude Marco Intravaia – posso affermare di continuare, così come mi ha insegnato mio padre, ad amare la Patria, rispettare lo Stato e le Istituzioni Repubblicane ma di non provare altrettanto rispetto per alcuni rappresentanti di queste che, a mio modo di vedere, non sono degni di tale ruolo. Non sono degni di rappresentare quello Stato per il quale mio padre ha donato la propria vita“.
Anniversario strage Nassiriya, il ricordo di Pinotti
“Un omaggio sentito, deciso dal Parlamento, per ricordare i caduti militari e civili delle nostre missioni internazionali. Ovvero tutti coloro che in missione per l’Italia hanno lavorato per portare stabilità dove non c’era e purtroppo sono deceduti in questo loro dovere”. Lo ha detto il ministro della difesa Roberta Pinotti, a margine della celebrazione a Montecitorio in ricordo dei caduti nelle missioni internazionali, alla presenza della presidente della Camera Boldrini e di alcuni esponenti parlamentari, tra cui i capigruppo di Pd e Fi, Rosato e Brunetta – nel giorno in cui ricorre il dodicesimo anniversario della strage di Nassiriya. Pinotti ha rivolto “un pensiero particolare ai familiari: questa mattina abbiamo deposto una corona all’Altare della Patria e ora alla Camera. Ho chiesto ai presidenti di Camera e Senato di essere con me stamattina all’Altare. Poi abbiamo incontrato i familiari dei caduti: molti di loro tenevano in mano la foto del loro figlio in un momento felice. Una mamma – ha raccontato il ministro – mi ha fatto vedere la foto del figlio mentre si sposava nella chiesa dell’Ara Coeli, dove poi siamo andati a celebrare una messa in memoria”. Alle famiglie dei militari rimasti vittime in missione “ho detto che come istituzioni dobbiamo sempre ricordare questo sacrificio, non solo per onorare i caduti ma anche perché è educativo per il Paese. Ma capisco che il loro dolore non può essere addolcito da questo. Oggi ci dobbiamo sentire molto vicini alle famiglie: per loro non c’è tempo che passa. È un lutto che rimarrà in modo indelebile nel loro cuore”, ha aggiunto Pinotti.