La mattanza di Parigi è stata definita un atto di guerra contro l’Occidente. Ora l’Occidente, di cui l’Italia fa parte, è deciso a rispondere alla minaccia terroristica. Il nostro Paese, che è già presente in Iraq e Afghanistan ma non in Siria, si è detto pronto a cambiare passo. “La cronologia del terrore determina un cambio di passo. A quel cambio di passo noi siamo pronti. A Parigi c’è stato un attacco di guerra gestito con tecnica stragista, che ha colpito anche obiettivi imprevedibili. Noi abbiamo capito benissimo, perciò – ripeto – siamo pronti a qualsiasi cambio di passo” dichiara il ministro dell’Interno Angelino Alfano in un’intervista al Corriere della Sera. Nella Costituzione italiana “il ripudio della guerra è un ripudio morale. E noi continueremo a ripudiarla”, sottolinea. “Ma così come i costituenti previdero, non ci si può sottrarre quando la pace viene minacciata”.
Attentato Parigi, Alfano: “Mai dare nulla per scontato”
Alfano è anche convinto che “l’Europa non salterà, nè si farà dettare l’agenda dal terrorismo, che dovremo sconfiggere con le armi degli Stati sovrani, le armi della forza e del diritto: dando asilo a chi ne ha diritto ed espellendo i falsi profughi, senza mai dare nulla per scontato. Sapendo che il momento storico è caratterizzato da due emergenze mondiali senza precedenti: l’immigrazione e il terrorismo. Chi non ne tiene conto ha una visione miope o strumentale”.
Attentato Parigi, Gentiloni: “Azioni più dure in Siria”
Anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni concorda con Alfano sul fatto che l’Italia debba cambiare passo. Come è presto detto. “La risposta al massacro di Parigi è molto semplice: intensificare l’azione di contrasto, e di questo parleranno i principali leader della coalizione nei colloqui a margine del G20 in Turchia” afferma in un colloquio col Messaggero il titolare della Farnesina, sottolineando che “il tema di Roma è da tempo nella propaganda di Daesh (Isis, ndr) ma che questa usa Roma più come una metafora, un simbolo, che come obiettivo geografico, più come un modo per dire combattiamo i crociati”.
Gentiloni ribadisce tuttavia che “s’impone a tutti i paesi occidentali e musulmani e arabi un incremento di tutti i livelli di allerta e sicurezza, perchè ci troviamo di fronte a terroristi pronti a tutto e che come nel caso di ieri puntano a fare una strage, senza più neanche colpire un luogo o una personalità precisi”. E “di fronte a una barbarie di questo genere, la risposta non può che essere quella di intensificare gli sforzi per sconfiggere e sradicare la minaccia terrorista e di Daesh in particolare”.