Erri De Luca: ecco come ho visto Parigi dopo le stragi
Erri De Luca, scrittore ed intellettuale, sabato scorso, il giorno dopo i fatti tragici di Parigi, è stato in Francia proprio nella Capitale e lo ha fatto per solidarietà col popolo transalpino. Ospite del programma di Rai Radio2 Un Giorno da Pecora, ha raccontato ai conduttori Giorgio Lauro e Geppi Cucciari le sue sensazioni sull’atmosfera che si vive in Francia in queste ore drammatiche.
“Sabato mattina sono partito dall’Italia e sono andato a Parigi, avevo due impegni già fissati, ma ci sarei andato comunque, in ogni caso, partendo col primo volo”, ha esordito De Luca. Che tipo di impegni aveva? “Due incontri letterari, al mattino e al pomeriggio, che si sono svolti normalmente. Solo le manifestazioni erano vietate. Io, peraltro, sono andato a Parigi anche a gennaio dopo i fatti di Charlie Hebdo, per solidarietà. Quando la città viene colpita, io vado: mi sento un cittadino di quel luogo”.
Erri De Luca: “L’impressione di una città a cui è stata dichiarata guerra”
Che immagine ha avuto della città dopo ciascuno di questi due eventi drammatici? “Questa volta ho avuto l’impressione di una città a cui è stata dichiarata guerra, mentre lo scorso gennaio, per Charlie Hebdo, è stato diverso: in quel caso i francesi si sono sentiti colpiti nei loro sentimenti e sono scesi in piazza a milioni. Stavolta non sarà così, non ci saranno manifestazioni, c’è invece uno stato di guerra di fronte cui il cittadino riflette su come comportarsi”, ha spiegato De Luca a Un Giorno da Pecora. Lei crede che con maggiori controlli delle forze di sicurezza si potrebbe ridurre drasticamente il rischio attentati? “Così non ci si riesce. Il controllo va fatto non dalle persone in divisa ma dai semplici cittadini, ognuno può controllare il proprio ‘metro’, chi gli sta vicino”. Cosa si potrebbe fare allora? “Gli attentatori sono persone che sicuramente nel loro quartiere saranno conosciuti, e magari qualcuno si sarà anche accorto di un cambio di atteggiamenti e comportamenti. Ecco: solo chi sta ‘nei pressi’ può operare una prevenzione. Dopo, purtroppo, è troppo tardi”, ha concluso De Luca a Radio2.