Hollande chiede l’aiuto degli alleati europei, Matteo Renzi risponde “nì”. “È in conto ogni intervento, ma servono equilibrio e unità” spiega il premier italiano che poi illustra nel dettaglio la linea adottata dal governo italiano dopo gli attentati di Parigi. “Abbiamo bisogno di un nostro atteggiamento tipico, più di soft power che di hard power. Non siamo prudenti, siamo determinati contro il terrore ma le reazioni producono le Libia bis e tutto ci possiamo permettere tranne quello”.
Matteo Renzi: “Attacco di Parigi non è guerra”
“L’attacco di Parigi” continua Renzi “non è una guerra ma una gigantesca aggressione all’idea stessa della nostra identità”. E poi ribadisce: “Nessuno può pensare di essere immune dal pericolo terrorismo, ci vuole una reazione ma la sfida la vinci se vinci la sfida educativa dei prossimi 20 anni”. E sul ruolo della Russia, Renzi spiega: “Possiamo fidarci di Putin. Sarebbe stato assurdo alzare una cortina di ferro”. Per il capo del Governo “è cruciale e fondamentale che Putin ci sia ma questo non vuole dire che la Russia sia il ‘kingmaker’ nello scacchiere internazionale della lotta al terrorismo”.
Il ministro Pinotti: “Rafforzamento intervento Iraq”
Da Bruxelles, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, non fa altro che confermare le parole del premier “Non escludo – spiega – il rafforzamento dell’intervento in Iraq, nel senso che lo stiamo rafforzando. Mentre i numeri previsti per la nostra missione dal decreto precedente erano attorno alle 500 persone, il decreto che in questo momento è in discussione al Parlamento ne prevede 750. L’Italia ha assicurato alla Francia la massima disponibilità rispetto alla collaborazione del nostro Paese”.
“L’l’Italia fa già molto perché siamo tra i primi contingenti in Iraq per la lotta all’Isis” ma è disponibile a dare anche altre forme di sostegno.
“E’ chiaro – ha specificato Pinotti – che la lotta al terrorismo non si gioca soltanto con lo strumento militare. C’è il tema della propaganda sul web, quello dei finanziamenti, quello delle indagini e dell’intelligence. Quindi ritengo che le possibilità per collaborare maggiormente possano essere molte”.
“Venerdì – ha continuato il ministro – c’è un’importante riunione dei ministri degli Interni e quella sarà una nuova puntata dove alcune delle cose che possono servire verranno messe a punto”. “Noi sappiamo – ha concluso – che la lotta al terrorismo avrà tempi lunghi e quindi dobbiamo lavorarci con estrema attenzione, mettendo a fuoco gli strumenti necessari e coordinando tutti gli interventi. Credo che però il messaggio più forte di questa mattina è stata la disponibilità di tutti i 28 paesi a dare un sostegno bilaterale sulla base di quelle che saranno le necessità”.