Allarme bomba Hannover: “il pericolo è serio per l’Europa e la Germania lo dico da tempo” ha ammonito il ministro degli Interni tedesco Thomas de Maiziere, dopo la sera di paura allo stadio che avrebbe dovuto ospitare l’incontro amichevole tra le nazionali di calcio tedesca e olandese. La partita, tra il pubblico ci sarebbe dovuta essere anche la Cancelliera Angela Merkel, è stata annullata per “la serie di indizi che si erano accumulati nel corso della giornata” (sembra che molte informazioni siano giunte dall’intelligence francese) anche se alla fine, come ha reso noto il titolare dell’ordine pubblico in Bassa Sassonia Boris Pistorius, non sono stati trovati ordigni esplosivi e neanche la “fantomatica” autoambulanza piena di tritolo. Tuttavia, la Germania sente di essere finita nel mirino del terrorismo jihadista e l’allarme in questo momento è massimo. D’altra parte, la Merkel ha finora evitato di parlare di “guerra”: un particolare non casuale vista l’avanzata dell’estrema destra.
Allarme bomba Hannover: allarmi e sondaggi
Secondo il sondaggio settimanale realizzato dall’Istituto Insa sembra proprio che la retorica anti-rifugiati paghi in termini di consenso. Almeno questo è il caso del partito xenofobo Alternativa per la Germania (AfD) che dopo gli attentati di Parigi è diventato terzo partito (10,5%), dietro a Cdu (35%) ed Spd (23,5%). Ad Agosto, AfD non raccoglieva più del 3% stando ai rilievi dello stesso istituto.
Nato nel 2013 come formazione “euroscettica” ben presto cominciò a criticare le politiche sull’immigrazione del governo federale. Per esempio, Bjorne Hocke (immagine sopra), uno degli “uomini-chiave” del partito, è diventato una delle figure più “carismatiche” dell’intero panorama politico tedesco grazie a una “violenta” retorica nazionalista. Quando pronunciò uno dei suoi slogan più famosi – “3000 anni d’Europa, 1000 anni di Germania” – venne accusato di essere, in pratica, un nazista.
Nonostante tutto, proprio l’Insa ha ridimensionato il risultato dell’AfD. Come ci si poteva spettare, la spiegazione dell’attuale “successo” – precisano dall’istituto – è tutto nella posizione “ferma” riguardo alla crisi dei rifugiati. Se un elettore tedesco non è d’accordo con la Wilkommenskultur (la “politica dell’accoglienza”) – sposata non solo dalla Cdu d’accordo (anche se non del tutto) con gli alleati della Csu (cristiano democratici bavaresi) ma anche da tutti gli altri partiti dell’arco costituzionale – non ha alternative “deve votare per l’AfD”, ha detto Hermann Binkert, direttore dell’Insa. “Una volta che la crisi dei rifugiati verrà risolta, verrà a mancare anche il motivo principale per cui molti elettori dichiarano di voler votare l’AfD” ha poi aggiunto sempre Binkert.