“All’indomani degli attentati del 7 gennaio, ho passato due giorni incollato ai notiziari televisivi, senza riuscire a staccare lo sguardo. Non credo nemmeno di aver acceso la televisione. Mi sono limitato a chiamare amici e conoscenti che abitano nei quartieri colpiti (e si tratta di parecchie persone). Ci si abitua, anche agli attentati”, questo il racconto dello scrittore ed intellettuale francese Michel Houellebecq dei fatti di Parigi in un suo contributo pubblicato sul Corriere della Sera.
Houellebecq: “La situazione è da attribuire a precise responsabilità politiche”
“La Francia resisterà – sottolinea – i francesi sapranno resistere, anche senza sbandierare un eroismo eccezionale, senza aver nemmeno bisogno di uno scatto collettivo di orgoglio nazionale. Resisteranno perchè non si può fare altrimenti, e perchè ci si abitua a tutto. E nessuna emozione umana, nemmeno la paura, è forte come l’abitudine”.
A seguire Houellebecq non risparmia critiche al suo presidente, François Hollande, ed alle scelte e azioni politiche portate avanti nel medioriente da molti paesi, il suo compreso. Sostiene infatti che “La situazione incresciosa nella quale ci ritroviamo è da attribuire a precise responsabilità politiche che prima o poi dovranno essere passate al vaglio. È assai improbabile che l’insignificante opportunista che occupa la poltrona di capo di Stato, come pure il ritardato congenito che svolge le funzioni di primo ministro, per non parlare poi dei tenori dell’opposizione, escano con onore da questo riesame”. Proprio su questo punto lo scrittore insiste e si domanda: “Chi è stato a decretare i tagli nelle forze di polizia, fino a ridurle all’esasperazione? Chi ci ha inculcato, per tanti anni, che le frontiere sono un’assurdità antiquata, simbolo di un nazionalismo superato e nauseabondo? Quali leader politici hanno invischiato la Francia in operazioni assurde e costose, il cui principale risultato è stato quello di far sprofondare nel caos prima l’Iraq, poi la Libia? E quali governanti erano pronti, fino a poco tempo fa, a fare la stessa cosa in Siria?”.
La conclusione di Houellebecq, che sicuramente non ha risparmiato parole schiette e di rimprovero nei confronti della classe politica francese, rimanda quasi ad un antenato compatriota, Jean Jacques Rousseau: “Il discredito che oggi colpisce in Francia l’insieme della classe politica è non solo dilagante, ma anche legittimo. E mi sembra che l’unica soluzione che ci resta sarebbe quella di dirigersi lentamente verso l’unica forma di democrazia reale, la democrazia diretta“.