Il presidente dell’Inps Tito Boeri, intervistato a Mix 24 di Giovanni Minoli su Radio 24, parla di riforma Madia, pensioni e vitalizi parlamentari, sindacati e Legge Fornero.
Sulla riforma della Pubblica Amministrazione, Boeri si dice pronto a recepirla: “Noi ci candidiamo a sperimentarla. Noi siamo pronti”. La vera novità della riforma, secondo Boeri è “avere la possibilità di poter gestire in modo più efficiente la dirigenza, di spostare le persone, di poterle gestire nell’insieme della pubblica amministrazione”.
Riguardo al meccanismo di indicizzazione delle pensioni, Boeri ammette che negli ultimi due anni è stata fatta molta confusione, in 24 mesi i meccanismi sono stati cambiati dieci volte. Il presidente dell’Inps propone infatti “di fare la riforma definitiva e non è più indiscriminata come questa. Noi andiamo a colpire 230 mila persone, sono 230 mila su una platea di 16 milioni di persone, di pensionati quindi sono molto poche le persone. Persone che hanno delle pensioni alte quindi possono in qualche modo permetterselo e al tempo stesso che hanno delle pensioni molto più alte di quelle che sarebbero giustificate alla luce dei contributi che hanno versato e che sono andati in pensione presto rispetto all’età pensionabile”.
Pensioni, Boeri: “Vitalizi parlamentari come le pensioni dei lavoratori”
Colpire solo 230 mila persone e non tutta la popolazione, così come sono stati colpiti i parlamentari che hanno visto il taglio dei propri vitalizi, ed è proprio sulla questione dei tagli, che Boeri è stato vittima di attacchi personali, ma non pare intimidito, anzi rincara la dose: “siamo riusciti a coalizzare l’intero arco parlamentare, ma non mi scoraggio, perché devo dire che soprattutto le posizioni dei parlamentari, diciamo la pesantezza degli attacchi personali, sono strettamente proporzionali all’entità dei tagli che noi produciamo sui loro vitalizi. Brunetta è uno di questi, quindi io penso che sia questa la vera motivazione” – e ha aggiunto: “Non si vede perché i vitalizi non debbano essere trattati come le pensioni di tutti gli altri lavoratori”. Resistenze non solo dai parlamentari ma anche dai sindacati: “Noi abbiamo anche proposto di cambiare le pensioni dei sindacalisti, perché quelli che hanno fatto la carriera sindacale, in aspettativa con cariche nel pubblico impiego, avevano delle regole molto vantaggiose per le loro pensioni. Verso la fine della carriera potevano pagarsi dei contributi molto elevati e poi andare in pensione con delle pensioni molto…(alte). Una delle proposte che noi facciamo è proprio cambiare questa cosa” – ma: “la resistenza del sindacato “non è piccola”.
Previdenza: “Altri paesi stanno imitando il nostro sistema”
Per quanto riguarda il sistema previdenziale, Boeri difende l’efficacia del modello italiano, dopo che lo studio di un’organizzazione indipendente ha definito l’Inps uno dei sistemi previdenziali più a rischio tra 25 occidentali esaminati: “Quelli che hanno fatto questo studio dovrebbero spiegarci perché in altri Paesi stanno imitando il nostro sistema” – e ha spiegato: “Il nuovo sistema previdenziale che noi abbiamo viene imitato in tutto il mondo, adesso stiamo aiutando la Cina a mettere in piedi un sistema di questo tipo, per esempio”. Ciò che andrebbe fatto invece, sempre secondo Boeri, è un investimento mirato sulle PPAA: “dobbiamo davvero smetterla di fare i tagli lineari in Italia, perché così si distruggono le amministrazioni pubbliche, invece bisogna dare la possibilità alle amministrazioni pubbliche di gestire bene, e noi è questo che stiamo chiedendo, di avere una flessibilità nel bilancio dell’Inps per poter tagliare davvero quelle cose, quelle spese improduttive”. Un modello virtuoso che l’Inps sta già adottando: “Non ci sono esuberi (all’Inps, ndr). Noi abbiamo ridotto già fortemente gli organici, abbiamo tagliato le spese di gestione, ridotte di circa il 20%, e siamo al di sotto della dotazione organica”. Questo però rendendo sostenibile l’intero sistema: “noi vogliamo rendere il sistema non soltanto finanziariamente, ma anche socialmente sostenibile, perché siccome c’è un patto tra generazioni, se le persone non lo percepiscono come equo, questo patto rischia di non reggere”.
Legge Fornero: “Necessario garantire quella flessibilità in uscita”
Sugli effetti della Legge Fornero sugli esodati, Boeri ha precisato: “Non voglio personalizzare, dobbiamo chiamarla Legge 2011, perché era un momento di crisi e bisogna contestualizzare, lì eravamo in una situazione di grandissima difficoltà” – e ha aggiunto: “adesso possiamo fare una cosa migliore: possiamo garantire quella flessibilità in uscita che ci viene richiesta, così quelli che non vogliono più investire sul lavoro potranno uscire e andare verso il sistema pensionistico”.