Terrorismo, Alfano: “Nessun Paese è a rischio zero”
Terrorismo: “Nessun Paese è a rischio zero”. Chiare le parole del ministro dell’Interno Angelino Alfano a Skytg24 sulla minaccia terroristica che sembra incombere sull’Europa intera. I terroristi che agiscono in nome dello Stati Islamico sembrano essere talmente sparpagliati, abili nelle comunicazioni, rapidi nell’agire che godono di una sorta di vantaggio della prima mossa in quella che il Ministro, citando Papa Francesco, chiama “la terza guerra mondiale a pezzettini”. Tuttavia il titolare del Viminale ha tenuto a precisare che in Italia si può stare “tranquilli” perché “il sistema di intelligence e prevenzione funziona”. A conferma di ciò sono arrivate da fonti ufficiali le conferme su operazioni di monitoraggio compiute su una decina di persone che vivono nel nostro Paese, controlli nelle carceri e intensificazione delle intercettazioni telefoniche e del traffico internet per raccogliere informazioni e scovare possibili attentatori. Indagini che non avrebbero portato all’individuazione di rischi concreti per la sicurezza nazionale.
Terrorismo: “Intensificare i controlli”
Alfano ha poi riportato ai microfoni di Maria Latella quanto stabilito nella riunione del Consiglio a Bruxelles con i Ministri dell’Interno dei Paesi membri dell’Unione Europea. Fermo restando l’impianto di Schengen i Ministri europei hanno concordato sulla necessità di intensificare i controlli alle frontiere esterne dell’Unione con una maggiore condivisione delle banche dati nazionali per individuare precedenti penali. E per gli spostamenti interni, perfino il sedile occupato sull’aereo sarà un dato consultabile dalle polizie europee. Una compressione della privacy che il Ministro ha ritenuto giustificata dall’esigenza di sicurezza. Alfano ha anche risposto sulla preoccupazione che circonda l’imminente inizio del Giubileo. Il Ministro ha invitato a non dare troppa retta ai “professionisti dell’ansia”, portando ad esempio l’esperienza dell’Expo, dove, con più di venti milioni di visitatori, non si sono registrati particolari allarmi ma solo episodi di piccola cronaca. “Non sono né per drammatizzare, né per sottovalutare” ha ribadito il Ministro in chiusura, provando a riportare serenità in vista di un evento che convoglierà nei prossimi mesi milioni di persone a Roma.
Alfano: lotta alla mafia “impegno morale”
A margine della discussione la rivendicazione di un sistema di contrasto forte alla criminalità organizzata con la stabilizzazione del 41bis e con l’approvazione di norme più incisive sull’aggressione patrimoniale verso i beni dei boss mafiosi. La lotta alla mafia per Alfano è non solo un “impegno morale” ma un “codice etico”, un dovere per un politico italiano, a maggior ragione se eletto in Sicilia. Una missione che gli avrebbe provocato minacce sin da quando era titolare del Ministero della Giustizia, minacce delle quali ha ripetuto di non curarsi troppo.
Francesco Angelone