ISIS e Russia: i cittadini appoggiano la guerra all’ISIS nel Paese di Putin
ISIS e Russia: i cittadini appoggiano la guerra all’ISIS nel Paese di Putin
La maggioranza dei cittadini russi approva la decisione di Vladimir Putin di bombardare l’ISIS in Siria. A rivelarlo è l’ultimo sondaggio condotto tra il 13 ed il 16 novembre – a cavallo degli attentati di Parigi – dal Levada Center, istituto demoscopico non governativo con sede a Mosca, che ha analizzato il parere dei cittadini russi in merito alle recenti minacce dell’ISIS – compreso l’abbattimento aereo nei cieli del Sinai – e al ruolo svolto dal Cremlino nello scenario mediorientale.
ISIS e Russia, sondaggi: “sì” all’intervento in Siria
A favore dei raid aerei è il 55% degli intervistati. Quasi un cittadino su due (49%, +2% rispetto ad ottobre) considera come obiettivo primario dell’intervento del Cremlino la neutralizzazione della minaccia islamica e l’eliminazione di possibili conseguenze sul territorio della Federazione russa. Solo un intervistato su quattro (24%, -5% rispetto ad un mese fa) ha individuato la priorità nella difesa dell’alleato Bashar Assad. Ancor più bassa la percentuale di chi non crede che non vi sia alcun obiettivo particolare per il Cremlino: 15% (contro il 17% della rilevazione precedente).
Sostegno all’operato di Putin anche in relazione alla decisione di sospendere il traffico aereo con l’Egitto, a seguito dell’attentato sui cieli del Sinai. Per il 77% degli intervistati la scelta operata dal governo è stata giusta, mentre solo il 15% si è espresso in maniera contraria (l’8% non ha risposto).
Riguardo al futuro, non trapela ottimismo: per il 65% degli intervistati c’è il rischio di un attacco jihadista nei confronti della Russia nei prossimi 12 mesi. Una percentuale inferiore a quella di un possibile attacco all’UE (76%) ma superiore rispetto ad un’offensiva fondamentalista negli USA (62%).
In merito all’eventualità di deflagrazione del conflitto tra ISIS e Russia nei prossimi 10 anni al di fuori del territorio della Federazione, il 59% degli intervistati ritiene l’ipotesi credibile. Più bassa invece la percentuale relativa all’ipotesi di scontri sul suolo russo: a temere l’eventualità è il 33% del campione, mentre il 46% la pensa in maniera contraria.