Lega Nord: sempre più nazionale, sempre meno federale
Forse sarà una notizia uscita sottotraccia: ma nella giornata di sabato 21 novembre (giornata unica) a Brescia si è tenuto il Congresso Nazionale della Lega Lombarda. I più avranno appreso la notizia guardando i telegiornali, dove sono state mandate in onda (nel consueto pastone extraparlamentare dei comizi di piazza e delle sezioni, rappresentato dai tg del fine settimana italiano. Insomma: quel periodo della settimana in cui Carla Ruocco compare in tv) le immagini di Salvini che si scaglia contro quelli che cambiano la propria immagine su Facebook in solidarietà per i fatti parigini. La classica frase estrapolata dal contesto eda inserire nel pastone serale, appunto, dedicato alle posizioni dei partiti sul fatto del momento.
Lega Nord salvinizzata
Nonostante tutto questo Congresso della Lega Lombarda ha rappresentato un ulteriore passo verso la completa salvinizzazione del Carroccio. Partiamo da un aspetto simbolico: senz’altro non sarà la prima volta che accade ciò, ma è importante segnalare come dal palco di Brescia fosse scritto “Lega Nord – Lega Lombarda”. Si tratta di un aspetto solo apparentemente minimale, ma che evidenzia come il contesto che nella Lega è di tipo “nazionale” (cioè ciò che per noi comuni mortali rappresenta il contesto regionale) rientra pienamente ed ha tutti gli effetti in quello “federale” (cioè quello di Salvini).
Lega Lombarda dunque come una mera emanazione della Lega Nord. Meno autonomismo, e più strutture “regionali”. In secondo luogo è interessante notare come l’elezione del nuovo segretario nazionale Paolo Grimoldi sia avvenuta per acclamazione. In passato, soprattutto quando era ancora forte l’eco del Cerchio Magico, alla leadership dei congressi nazionali della Lega c’erano quasi sempre due candidati: basti pensare a Salvini contro Monti in Lombardia o a Tosi contro Bitonci in Veneto.
Ora invece si decide tutto in una data unica e con Giorgetti che invita ad acclamare il milanesissimo, nonché già leader dei Giovani Padani, Paolo Grimoldi. In terzo luogo c’è da segnalare il contesto “locale” in cui la Lega Nord agisce in questo momento: Grimoldi dopo una fase di commissariamento viene eletto segretario nazionale della Lombardia. In Veneto invece il regime commissariale conseguente all’espulsione di Flavio Tosi dal partito resta tale senza che un nuovo congresso sia all’orizzonte.
Nelle altre “regioni-nazioni” il livello locale si fa sempre più blando, in nome di una leadership federale sempre più visibile e riconoscibile all’esterno. Questo congresso dunque suggella un’ulteriore passo verso quella Lega Nord “di sinistra”, sociale e sovranista sempre più simile al Front National francese e sempre meno sensibile ai richiami della fu Lega bossiana, fatta di liberismo, voglia di autonomia e richieste di stampo fiscale.
Con la stessa differenza che un tempo però attanagliava i Verdi italiani (si, quelli verdi fuori ma rossi dentro): in Germania c’è Fischer, in Italia c’è Pecoraro Scanio. Pure per la Lega il problema analogo: in Francia c’è la Le Pen, in Italia Salvini. Infatti Berlusconi è dietro nei sondaggi di due punti percentuali rispetto al segretario leghista. Nonostante tutto. Dato che si spiega solo con la ridotta capacità espansiva della stessa Lega Salvinizzata.