Amministrative Milano, Di Pietro: “Mi candido alle primarie Pd”
“Per non farmi candidare, il Pd metterà una clausola nelle regole per le primarie”. Antonio Di Pietro potrebbe davvero candidarsi a sindaco di Milano tra le fila del Partito Democratico. L’idea era balenata nella mente dell’ex magistrato e fondatore dell’Italia dei Valori già un anno fa sulla scia dell’inchiesta della Procura di Milano che aveva scoperchiato la cupola degli appalti di Expo. In quel caso in carcere c’erano finiti diversi politici della Prima Repubblica (Greganti, Grillo e Frigerio) ma anche imprenditori accusati di aver pagato tangenti per assicurarsi i lavori dell’Esposizione Universale terminata lo scorso 31 ottobre.
Alla fine però Di Pietro potrebbe candidarsi anche con una lista Civica indipendente perché, a sentir lui, sono arrivati solo “niet” dalle forze politiche in campo: “Ho dato la mia disponibilità a candidarmi alle primarie del Pd, che ha mandato un comunicato con scritto: “Di Pietro mai” – ha rivelato l’ex pm di Mani Pulite in un’intervista a Radio Cusano Campus. “Il Movimento 5 Stelle ha detto che ho già fatto politica e quindi non vado bene. Nel centrodestra non mi candido perché non ho buoni rapporti. Alla fine i candidati saranno scelti dall’alto e non saranno quelli che vorrebbero i cittadini, almeno per quello che riguarda centrodestra e centrosinistra”.
Di Pietro: “Devono dirlo chiaramente che non mi vogliono”
Ma il campo a cui guarda maggiormente Di Pietro è naturalmente quello democratico che però farà resistenza alla possibile candidatura dell’ex magistrato alle primarie del 7 febbraio prossimo. Questo perché, sostiene Di Pietro, “Quando non gli va bene qualcuno mettono clausole per non farli candidare”. Il riferimento dell’ex ministro delle Infrastrutture è all’intervista rilasciata stamani dalla vicesegretaria dem Debora Serracchiani che ha annunciato la redazione di regole molto stringenti per correre alle primarie democratiche (la cosiddetta norma “anti-Bassolino”). “Devono dirlo chiaramente che non mi vogliono – ha concluso Di Pietro – ma li capisco perché questo Pd gestito in questa maniera non lo condivido”.
Di Pietro su Sallusti: “E’ un buon candidato per far perdere il centrodestra”
Durante l’intervista con Andrea Di Ciancio e Roberto Arduini, Di Pietro ha espresso un giudizio anche sull’ormai quasi certa candidatura di Alessandro Sallusti a Palazzo Marino per il centro-destra. Tra i due il feeling non è mai stato dei migliori tanto che il direttore del Giornale arrivò nel 2009 a definire Di Pietro – insieme a Marco Travaglio e Michele Santoro – il “mandante morale” dell’aggressione di Massimo Tartaglia all’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. “Sallusti? E’ un buon candidato per far perdere il centrodestra a Milano – ha attaccato oggi Di Pietro – io credo che il sindaco di una città deve fare gli interessi di tutta la collettività, non dev’essere settario e parziale. Sallusti rappresenta una parte di quel popolo che esprime i suoi mal di pancia in maniera violenta e irriguardosa nei confronti di alcune realtà”.
Ma l’ex magistrato non si limita a parlare di Milano e del suo futuro. In quanto ex difensore della legge si esprime anche sui fatti di più stringente attualità: in particolare sul rapporto tra sicurezza e lotta al terrorismo in Italia. “Sicurezza e libertà sono due diritti fondamentali – ha dichiarato Di Pietro – ma è ovvio che bisogna metterli insieme” e “in questo caso il governo Renzi sta facendo bene” perché “sta collaborando con la realtà internazionale per confrontarsi con un’indeterminata cerchia di terroristi che ci vogliono ammazzare”. “Combattere il terrorismo è una cosa – ha concluso l’ex magistrato – ma non si può andare con le truppe di terra in uno Stato che non ha confini precisi”.
Giacomo Salvini
Twitter @salvini_giacomo