Per combattere efficacemente l’Isis bisogna prima parlare con gli Stati del Golfo. A dirlo non è Beppe Grillo bensì Massimo D’Alema. “Dobbiamo mettere a fuoco chi è il nemico – spiega l’ex premier in un’intervista a Repubblica – Per me, è il fondamentalismo di origine wahabita. Questo comporta per l’Occidente una riflessione seria, perchè il fondamentalismo wahabita ha basi in Paesi che sono nostri amici ed alleati. Un discorso chiaro con l’Arabia saudita e con i Paesi del Golfo è stato rinviato per troppo tempo”.
Isis, D’Alema: “Vero nemico sono gli estremisti sunniti”
“L’Occidente – continua D’Alema – ha visto gli sciiti come una minaccia. Ma credo che quelli che ci sparano addosso ci dovrebbero preoccupare un po’ di più. E chi ci spara addosso sono gli estremisti sunniti. Per combatterli dobbiamo isolarli anche tra i sunniti”.
Isis, D’Alema: “Asse Putin-Assad non mi piace”
“Purtroppo – rileva l’ex premier – gli errori dell’Occidente hanno messo in mano l’iniziativa strategica all’asse Putin-Assad, il che non mi piace e non è privo di rischi. Ma è in gran parte colpa nostra. Io penso che alla fine Assad se ne dovrà andare“, ma ci vorrà un governo anche con forze che oggi lo sostengono. “Quanto a Erdogan, dobbiamo chiedergli maggiore coerenza. Oggi la Turchia bombarda i curdi e non l’Isis”.
Isis, D’Alema: “Intervento di terra possibile”
Secondo D’Alema, un contingente sul terreno “non possiamo però escluderlo in linea di principio. Potrebbe diventare inevitabile se le forze che oggi combattono l’Isis, e che noi dobbiamo sostenere di più e meglio, non ce la facessero o addirittura fossero travolte. Francesi e inglesi – sottolinea – prima di agire avrebbero dovuto coinvolgere il Consiglio europeo. È chiaro, poi, che quando si tratta di un’azione militare, la svolgano i Paesi che ne hanno la volontà e sono in grado di farlo”.