Amministrative 2016, Silvio Berlusconi cerca l’unità del centrodestra. Gli ultimi giorni hanno consegnato alle cronache parlamentari italiane un susseguirsi di movimenti carsici sibillini provenienti dalle segreterie dei principali schieramenti politici. Tali spasmi febbrili, mitigati solo in parte dal senso di unità civile invocato dal premier Matteo Renzi quale reazione collettiva della politica alle luttuose vicende internazionali, sono ripresi vigorosi sia nel centrodestra che nella pars sinistra dell’Emiciclo. La questione sotto i riflettori è ben rappresentata dalle prossime elezioni amministrative di primavera, anche se le differenti dinamiche organizzative potrebbero addirittura fare slittar tutto al mese di giugno, e dai potenziali candidati alla poltrona di sindaco per diverse città italiane di rilievo: Roma, Milano, ma anche Napoli.
Il centrodestra alla prova dei numeri e del gradimento
All’interno di un centrodestra ancora nella sua fase embrionale, maturata sotto l’ègida della triplice intesa nata durante la manifestazione di Bologna tra il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini, Berlusconi e Giorgia Meloni, il calderone ribolle. Urge quindi compattare i ranghi. Silvio Berlusconi, da vecchio bucaniere dei tumultuosi mari del potere, sembra aver perfettamente compreso come la proposizione di un fronte coeso, solido, rappresentato da un programma coerente e da nomi affidabili, i quali possano ben tessere le trame con il territorio, sia oggi la prima necessità per poter sperare di riportare il centrodestra a competere nel gradimento di un elettorato quantomai sfiduciato per inedia, immobilismo e mancanza sostanziale di orizzonti. Alcune torri d’avorio parrebbero allora muoversi sullo scacchiere: l’attuale direttore del Giornale Alessandro Sallusti, per la carica di primo cittadino a Milano, rimarrebbe una possibilità concreta. In tal proposito, è intervenuto, ponendo alcuni distinguo precisi, l’onorevole Mariastella Gelmini: “Sarebbe un candidato di qualità, professionista capace e certamente non un uomo per tutte le stagioni come Sala”, “l’importante” – ha proseguito – “è che sappia unire la coalizione e andare oltre la coalizione, che si faccia aiutare, come certamente farà. Ha una grandissima popolarità e rispetto a uno sconosciuto come De Albertis ha ottime possibilità”.
Silvio Berlusconi: “Anche la Meloni sa che da sola non conta niente”
“Voi siete qui coscienti che da soli non contate niente. Io sono qui cosciente che da solo non conto niente. E anche la signora Meloni, non so dove è, però anche lei è cosciente che da sola non conta niente”. Con queste parole l’ex premier Silvio Berlusconi è intervenuto alla Scuola di formazione politica della Lega Nord, presso palazzo Castiglioni a Milano, cercando di tracciare un bilancio quanto più possibile preciso dello stato di salute presente delle forze di opposizione. L’ex cavaliere non si è risparmiato ed ha cercato di rispondere su tutte le questioni più impellenti dell’agenda pubblica. Prevedibili le critiche al Governo Renzi, “senza remore”, meno gli elogi per Di Maio e Di Battista, “sono perfetti, avercene”. Tirando le somme, sembra proprio che l’ossatura politica del centrodestra sia ancora in divenire. Nell’immediato futuro, almeno due i banchi di prova importanti: le convergenze, allo stato attuale ancora parallele, da trovare sul nome buono da giocare per il Campidoglio a Roma, e i rapporti ingarbugliati e ambigui tra Forza Italia e l’Ncd di Angelino Alfano, totalmente inviso a Matteo Salvini, ma utile tassello governativo a sostegno della giunta Maroni presso la Regione Lombardia. Da tali possibili scelte identitarie dipenderanno molti dei connotati ideologici e pratici, nonché di credibilità elettorale, della destra italiana.
Riccardo Piazza