Elezioni Ucraina: Poroschenko favorito
Le elezioni presidenziali in Ucraina erano previste per il 29 Marzo in seguito sono state spostate al 25 Maggio per l’escalation delle vicende legate alle proteste del movimento di Euromaidan, la fuga di Viktor Yanukovich e il ritorno alla Costituzione del 2004 con cui sono state abolite tutte le misure varate dall’ex Presidente filo-russo.
La tornata elettorale non si svolgerà di certo in un clima disteso: metà del paese non solo è in mano alle milizie separatiste ma continua a essere in guerra, una guerra civile che ogni giorno lascia il suo strascico di sangue soprattutto tra Donetsk e Lugansk, Slovyansk e Kramatorsk.
Le autorità internazionali, prima di tutte l’OSCE, non mostrano però particolare preoccupazione per lo svolgimento del voto che, nella gran parte del paese, dovrebbe svolgersi: “in modo più o meno normale – ha detto Wolfgang Ischinger, mediatore dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione – [anche se] le elezioni non porteranno i ribelli a deporre le armi, ma sarà comunque un passo importante per arrivare un giorno ad una soluzione diplomatica”.
Nelle regioni sud-orientali – vi è concentrato il 10% della popolazione ucraina, 3 milioni di elettori su 36 – tuttavia è probabile che i filo-russi ostacolino l’accesso ai seggi, stando a quanto scritto dal Kyiv Post, nella giornata di domenica saranno impiegate per mantenere l’ordine pubblico oltre 75mila unità (55700 poliziotti più 20mila volontari).
Chiunque sia dei 18 candidati – inizialmente erano 23, in 5 si sono ritirati – a risultare vincitore avrà tra le mani un paese da pacificare, snodo di un’importante duello stile “guerra fredda” tra Russia e Occidente.
Secondo i sondaggi il favorito nella successione a Yanukovich è il “re del cioccolato” Petro Poroschenko. Classe ’65, laurea in economia nell’89, oligarca dal valore di 1,3 miliardi di dollari, secondo Forbes: proprietario dell’azienda dolciaria Roschen e del canale televisivo 5 Kanal. Poroschenko si presenta come indipendente anche se il tempo passato in politica non gli manca: ha sostenuto la Rivoluzione Arancione ed Euromaidan, ha governato ai tempi del filo-occidentale Yuschenko ma si può considerare come co-fondatore del Partito delle Regioni di Yanukovich. Secondo i più e l’unico candidato che potrebbe superare il primo turno senza, quindi, passare per il ballottaggio: all’Occidente piace la sua posizione a favore dell’adesione all’Ue, a Mosca la sua prudenza a proposito dell’ingresso di Kiev nella NATO.
Yulia Timoschenko si attesta al momento in seconda posizione a diverse lunghezze da Poroschenko: la “principessa del gas” rieletta a capo di “Patria”, in un’assemblea dai contorni quasi mistici, sembra aver speso tutto il suo capitale politico e neanche la promessa della “riconquista della Crimea” sembra farle recuperare il consenso sperato.
Lotta per il secondo posto anche Serghei Tigipko, a capo della neonata formazione “Strong Ucraine”, ex esponente del Partito delle Regioni: ha fatto delle critiche all’attuale esecutivo di Kiev il suo cavallo di battaglia, criticandolo tanto per la gestione delle rivolte separatiste nell’est del Paese quanto per una sorta di “discriminazione” verso i cittadini di minoranza russa, tali posizioni potrebbero garantirgli il voto dei pro Mosca.
Guglielmo Sano