Ignazio Marino sembra non aver alcuna intenzione di farsi da parte. Anzi, medita di ricandidarsi, magari alle primarie del Pd: “Rifletto. Le idee non si fermano, il cambiamento non si può fermare” afferma l’ex sindaco in un’intervista al Fatto Quotidiano nella quale critica l’ipotesi, ventilata dai vicesegretari dem, Guerini e Serracchiani, di cambiare le regole delle primarie per impedire agli ex sindaci di candidarsi: “Mi rifiuto di credere che il Pd cambi le regole in corsa per le primarie, che impedisca a qualcuno di candidarsi e che tutti gli altri debbano applaudire il prescelto del Capo”.
Ignazio Marino e il rapporto con Papa Francesco
L’ex sindaco torna sulla precisazione di Papa Francesco che disse di non averlo invitato a Filadelfia: “Quella di Bergoglio non è una pugnalata, non provo nessun risentimento e non commento. C’era un disegno, nel quale papa Francesco non è coinvolto, di rimuovere Marino affinchè un premier, contemporaneamente segretario del Pd (che già aveva allontanato Enrico Letta da Palazzo Chigi), diventasse anche sindaco della Capitale… sono sicuro che lui vorrebbe fare anche il sindaco di Milano, Napoli e magari Torino”.
Ignazio Marino: “Pd vuole spostare elezioni”
Secondo Marino, il Pd e Renzi stanno pensando di mandare Roma al voto dopo la fine del Giubileo: “Con la scusa del Giubileo – afferma – proveranno anche a rinviare il voto di un anno, a lasciare il commissario fino al 2017”. Il suo errore più grande, per Marino, è stato “non aver alzato abbastanza la voce su antiche inefficienze della città, come i binari della metro non sostituiti da 40 anni. E neppure sul piano di 917 milioni di euro per le opere del Giubileo che ho messo a punto ma sbattendo contro un governo silente. Sono contento, però, di aver stretto le maglie, grazie all’assessore Sabella, per cacciare il malaffare dal Campidoglio”.