E’ stato un incontro veloce quello tra il presidente francese François Hollande ed il premier italiano Matteo Renzi, poiché il primo sarà a breve impegnato in un altro importante vertice, quello con Vladimir Putin. La situazione internazionale – dopo l’abbattimento del jet militare russo da parte della Turchia – è tesissima, e in questo contesto, infiammato in primo luogo dall’allarme terrorismo, il capo dell’Eliseo ha voluto ribadire la richiesta di maggiore impegno da parte degli alleati al fine di combattere l’Is.
“Dobbiamo distruggere Daesh, dobbiamo avere una linea chiara con gli alleati e impegnarci in Siria e non solo. La risposta deve essere comune. Serve una strategia diplomatica ma anche militare, e la sicurezza deve essere rafforzata”, questa la richiesta e la speranza di Hollande. La risposta di Renzi ha accolto queste richieste, trovandosi dello stesso avviso in merito alla necessità di una strategia condivisa e che accolga gli sforzi e l’impegno di ogni paese alleato: “Seguiamo con grandissima cooperazione e grandissimo interesse lo sforzo diplomatico del presidente Hollande. È necessaria la reazione, ma soprattutto una strategia globale, diplomatica, militare, culturale e civile. L’Italia conferma il suo impegno contro il terrorismo”.
Renzi ad Hollande: “Libia prossima emergenza”
“C’è la necessità di una coalizione sempre più ampia che porti alla distruzione dell’Isis e del disegno atroce che esso rappresenta”, ha poi continuato il presidente del Consiglio sottolineando che al terrorismo serve anche una “risposta culturale”, non solo militare. L’impegno dell’Italia è quindi “confermato” e Renzi ha sottolineato l’urgenza di agire in primis in Libia, che “rischia di essere la prossima emergenza”.
I due leader, in conferenza stampa all’Eliseo, non hanno dimenticato di mettere sul tavolo delle priorità anche l’emergenza profughi: “Abbiamo la necessità di avere un accordo globale, non dimenticando cosa accade in Giordania, in Libano, cosa soffre la Grecia, ma un accordo globale con la Turchia può essere decisivo per un modello diverso di accoglienza dei rifugiati. Ma per fermare l’esodo dei richiedenti asilo – ha concluso il premier italiano – serve fermare le guerre civili”.