Migranti, Padoan avverte Renzi: “Servono 4 miliardi”. Gasparri sul premier: “E’ un imbroglione, i soldi non ci sono”
Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha parlato al comitato Parlamentare di Schengen presieduto da Laura Ravetto, ed ha in questa sede spiegato la strategia e le difficoltà del governo per far tornare i conti della legge di Stabilità, soprattutto a seguito delle emergenze – vecchie e nuove – riguardanti la sicurezza e l’emergenza migranti.
In sostanza, ciò che ha chiarito Padoan è che i soldi per coprire il taglio dell’Ires – l’Ue avrebbe per questo dovuto concedere all’Italia una deroga al patto di Stabilità per lo 0,2% di Pil – non ci sono e che il governo ci ha quindi rinunciato, decidendo di impiegare quelle risorse per l’emergenza sicurezza. “Questi 3,2 miliardi saranno utilizzati non tanto per anticipare l’abbattimento dell’Ires al 2016 quanto per indirizzare le risorse alla voce sicurezza”, ha infatti dichiarato il ministro durante la sua audizione. La concessione su questo da parte dell’Ue non è però affatto scontata, dal momento che non è la sola richiesta dall’Italia: l’extra deficit è stato già richiesto per le riforme (1,6 miliardi) e per gli investimenti (4,8 miliardi).
Padoan a Renzi: “Spesa per rifugiati passata da un miliardo nel 2011 a 3,3 nel 2015”
Renzi nel frattempo ha annunciato un pacchetto sicurezza da 2 miliardi e Padoan, rifacendo i conti, ha avvertito che la spesa per i rifugiati è sensibilmente cresciuta dal 2011: “È passata da un miliardo nel 2011 a 3,3 miliardi nel 2015. Lo scenario costante prevede che anche nel 2016 e anche dopo si continuino a spendere questi 3,3 miliardi. A questo si contrappone uno scenario di crescita dei flussi che prevede un aumento di spesa e che fa sì che i 3,3 miliardi nel 2015 diventano 4 miliardi nel 2016“.
Il governo sta inoltre cercando di ottenere dall’Ue degli sconti per gli investimenti sulla sicurezza, anche se Padoan ha chiarito che l’Italia non farà una richiesta esplicita come quella della Francia. Critiche sul tema da parte delle opposizioni non hanno tardato ad arrivare, con Maurizio Gasparri che ha definito il premier Renzi “un imbroglione” e che ha dichiarato “Siamo in pessime mani”. Gli ha fatto eco anche il capogruppo FI a Montecitorio Renato Brunetta con una critica sulle misure per la cultura: “Che c’entrano il bonus 80 euro e il bonus 500 euro con la lotta al terrorismo? Renzi e il suo complice inerte Padoan stanno approfittando”.