In un’intervista a VICE, gli Eagles of Death Metal hanno raccontato i terribili momenti vissuti al Bataclan. Come noto, la più sanguinosa tra le carneficine portate avanti dai terroristi nella notte del 13 novembre a Parigi è avvenuta proprio durante un concerto della band californiana nello storico locale parigino. Le vittime sono state ben 89, tra le quali figura anche Nick Alexander, responsabile del merchandising per la band.
Nel loro racconto, i musicisti hanno spiegato come siano riusciti a sfuggire al delirio di violenza dei terroristi e, visibilmente scossi e commossi per i fatti accaduti, hanno fornito particolari toccanti sulla terribile esperienza che ha coinvolto loro ed i fan.
I primi spari
Tre quarti della band ha lasciato il palco non appena iniziata la sparatoria. Gli spari sarebbero stati così forti da riuscire a superare il volume altissimo prodotto durante la performance in corso. Questo è stato uno dei primi elementi scioccanti per il batterista Julian Dorio: «Quello che davvero mi ha scioccato sul momento è che noi siamo una rock band molto rumorosa. Il volume prodotto della band sul palco, con l’impianto di amplificazione, è difficile da surclassare: gli spari iniziali però sono stati così potenti che ho capito immediatamente che qualcosa non andava».
La fuga degli Eagles of Death Metal
A seguito della prima raffica di colpi, mentre i terroristi stavano ricaricando le armi, Jesse Hughes, co-fondatore e cantante della band, Dorio ed il chitarrista Eden Galindo, sono scappati dietro le quinte verso i camerini, anche per raggiungere la fidanzata di Hughes, Tuesday. Nella loro fuga hanno però incontrato uno dei terroristi, il quale «Si è girato verso di me (Hughes, n.d.r.), ha abbassato la sua arma e la canna ha colpito lo stipite della porta». I tre musicisti sono quindi fuggiti al piano terra del teatro, riuscendo poi a guadagnare la fuga attraverso le porte laterali.
Il bassista intrappolato nel Bataclan
Lontano dai tre musicisti il bassista della band, Matt McJunkins, è rimasto intrappolato nel Bataclan, cercando riparo dietro le strumentazioni sul palco. McJunkins si è quindi unito ad un gruppo di persone che cercavano di scappare usando una porta retrostante ma che, purtroppo, era senza uscita all’esterno. Uniti, hanno quindi cercato di creare delle barricate per impedire l’accesso dei terroristi usando materiale di fortuna come alcune sedie impilate.
Il suo racconto è drammatico: «Gli spari si stavano avvicinando. Sono andati avanti per forse dieci, quindici minuti, non si fermavano. E poi si sono fermati e c’è stato un senso di sollievo, e poi sono ricominciati di nuovo». In seguito, McJunkins ha udito una fortissima esplosione «che ha fatto tremare l’intera stanza e probabilmente l’intero edificio». Solo in seguito, il bassista ha scoperto che si era trattato del gesto kamikaze di uno degli attentatori, saltato in aria usando una cintura esplosiva.
Lo schock del cofondatore Joshua Homme rimasto negli Usa
Joshua Homme – l’altro co-fondatore della band insieme al cantante Jesse Hughes, noto anche per essere il front man della superband Queens of the Stone Age – non era a Parigi per il concerto del 13 novembre. Durante l’intervista, Homme ha raccontato di aver appreso ciò che stava accadendo grazie ad una telefonata di Homme fatta dal primo posto di polizia raggiunto. «Ci ho messo un momento prima di credere che stava succedendo veramente – ha detto Homme – perché non era ancora stata diffusa la notizia».
Eagles of Death Metal: “Torneremo a suonare al Bataclan”
Nonostante la terrificante esperienza, Hughes ha affermato la sua fortissima volontà di tornare a suonare a Parigi il prima possibile: «Voglio essere la prima band a suonare al Bataclan quando riaprirà. Perché ero lì quando c’è stato silenzio per un minuto. I nostri amici sono andati lì per vedere il rock and roll e sono morti. Voglio tornare lì e vivere».