Riscaldamento globale: i dati per la conferenza di Parigi
Oggi si apre ufficialmente a Parigi la conferenza sul clima, con l’obiettivo ambizioso di ridurre l’effetto serra e contrastare il progressivo riscaldamento globale. La ventunesima “Conferenza delle Parti” (ribattezzata appositamente COP21), organizzata dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) – trattato ambientale creato dall’UNCED, la Conferenza sull’Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite – si terrà nella capitale parigina dal 30 novembre all’11 dicembre.
L’incontro di fine 2015 assume particolare importanza in quanto, per la prima volta in oltre 20 anni di tentativi di mediazione condotti dalle Nazioni Unite, si cercherà di stipulare un accordo vincolante per tutti i Paesi.
La NASA ha pubblicato un video (che vi presentiamo qui di seguito) in cui viene mostrato il cambiamento delle temperature dal 1880 – primo anno in cui sono state ufficialmente introdotte le rilevazioni scientifiche – al 2013. Particolarmente inquietante è l’evoluzione occorsa dagli anni ’80 ad oggi.
Riscaldamento globale: gli ultimi dati allarmanti
I dati dell’ultimo biennio, se possibile, sono ancora più allarmanti. Come si può notare dalle statistiche diffuse dal National Oceanic and Atmospheric Administration – NOAA, agenzia federale statunitense specializzata in meteorologia – gli ultimi 2 mesi trascorsi del 2015 (cioè ottobre e settembre) si piazzano in cima alla classifica dei 25 mesi più caldi di sempre, registrando cioè l’aumento maggiore (superiore a 0.9°C) rispetto alla temperatura media registrata nello stesso mese nel periodo 1880-2015. Non solo: nella top 25 rientrano tutti i mesi dell’anno in corso, facendo peggio persino del 2014, presente nella classifica con ben 7 mesi (marzo, aprile, maggio, agosto, ottobre, novembre e dicembre).
A confermare i dati sono anche gli altri istituti meteorologici e la stessa ONU, che ha definito l’anno in corso come il più caldo di sempre (o perlomeno, dal 1880 ad oggi). Oltre al classico problema dell’inquinamento e dell’effetto serra, ad influire sul record negativo contribuisce indubbiamente anche El Niño – il fenomeno climatico che colpisce periodicamente l’Oceano Pacifico, provocando siccità, inondazioni ed altre perturbazioni variabili – la cui manifestazione del 2015 è considerata particolarmente incisiva.