Il salvataggio delle banche ad opera del Governo Renzi è l’ultimo motivo di contrasto tra maggioranza e l’opposizione del M5S. “Il contatto diretto. Il rapporto di fiducia con il cliente, il correntista che molto spesso è anche obbligazionista o socio e che ti affida i risparmi di una vita. Il sostegno alle piccole imprese, con l’elasticità e la comprensione per i momenti di difficoltà. Sono queste le qualità e le ragioni di esistere che di solito caratterizzano una banca popolare. Tutto cancellato con un tratto di penna dal governo Pd. Domenica scorsa, quasi alla chetichella, in un decreto che probabilmente sarà pure ‘affondato’ nel mare magnum della Stabilità, in modo che possa viaggiare a fari spenti”. Lo scrivono i parlamentari del M5S in un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo accompagnato dalla foto di un “estratto conto di un piccolo risparmiatore di Banca Etruria prima e dopo il decreto salva banche del governo Pd: da 92mila a 400 euro in una notte”.
Immagine dal post pubblicato su blog Beppe Grillo dei parlamentari M5S
“Il ‘salva-banche’ è un grande favore a quattro istituti (ripuliti dai crediti deteriorati) e soprattutto a chi li comprerà fra poco tempo. Mentre i loro azionisti e gli obbligazionisti subordinati vedono scomparire i propri risparmi. Chi aveva comprato bond meno garantiti dei cosiddetti ‘senior’ ha visto sparire in un attimo 788 milioni di risparmi complessivi, mentre anche 150mila grandi e piccoli soci dei quattro istituti hanno visto andare in fumo almeno 2 miliardi di risparmi”. “Per Banca Etruria, una delle quattro salvate, è un bagno di sangue. La Popolare, governata anche dal papà del ministro Boschi e governata così bene da essere poi commissariata, aveva emesso circa 300 milioni di euro in bond subordinati. La perdita media è di 20mila euro per cliente. Tra gli acquirenti anche l’anziana Iunchita Elisei, 85enne di Fabriano, malata di Alzheimer. Una vita di lavoro le aveva fruttato 92mila euro di sudati risparmi, malauguratamente investiti nell’istituto di papà Boschi. Con quel tratto di penna, il governo Pd ha incenerito tutto e le ha lasciato la miseria di 473 euro (come visibile nella foto in alto) che suonano come una presa in giro”, sottolineano i pentastellati.
M5S: risparmiatori si trovano porta sbattuta in faccia
«Il governo Pd – proseguono i 5 Stelle – strombazza l’addio all’epoca dei salvataggi bancari fatti a carico dei contribuenti (bail-out). E magnifica il passaggio all’era della responsabilità diretta delle banche sui loro conti (bail-in). Peccato che lo stesso esecutivo abbia fatto di tutto (e di corsa) pur di perfezionare questa operazione in anticipo sul primo gennaio 2016, data in cui entrerà in vigore in pieno il nuovo meccanismo, con il coinvolgimento anche degli investitori più tutelati e dei grandi correntisti. Palazzo Chigi sa a cosa andiamo incontro?». «Nel frattempo, hanno pagato tutto i piccoli soci e risparmiatori, che spesso sono gli stessi correntisti indotti dai manager bancari della porta accanto a diventare pure azionisti o obbligazionisti. E che quasi sempre hanno scelto di farlo sulla fiducia, ignari delle condizioni reali della loro banca”, puntualizzano gli esponenti del movimento fondato da Grillo.
“In attesa che scocchi il primo gennaio, l’asimmetria informativa è una piaga che non si sana in qualche settimana (per giunta con le festività natalizie di mezzo). Lo ha denunciato persino la Consob che ha chiesto in tal senso di modificare i contenuti della ratifica della normativa Ue e che richiama le banche alle loro responsabilità in termini di trasparenza. La porta, ormai – concludono i parlamentari M5S – i risparmiatori se la trovano sbattuta in faccia”.