Dati popolazione mondiale: James Pomeroy, economista HSBC, in un report su demografia e forza-lavoro, inviato agli investitori dell’istituto, ha evidenziato come, non nei prossimi 50 o 100 anni, ma già nel corso del prossimo decennio, si assisterà a un cambiamento demografico senza precedenti. Nella nota, Pomeroy analizza, per esempio, che “la percentuale di popolazione giapponese in età lavorativa si sta riducendo sin dagli anni ’90 (si è ridotta di circa l’11% negli ultimi 20 anni, ndr), quella tedesca ha cominciato a ridursi sin dall’inizio degli anni 2000, tuttavia, per la prima volta, anche la popolazione in età lavorativa cinese sta cominciando a diminuire”.
Mentre la popolazione mondiale, in generale, è destinata ad aumentare ancora nei prossimi anni, la crescita della popolazione in età lavorativa sta rallentando un pò dappertutto nel mondo “sviluppato”. Nel grafico (vedi sopra) i paesi contrassegnati da rosa, arancione e rosso sono quelli dove si sta già verificando una contrazione della crescita della forza lavoro, oppure, una crescita a ritmi molto lenti o, ancora, non si riscontra alcun tasso di crescita (previsioni per il quinquennio 2015-2020). La situazione è diametralmente opposta, nei paesi “in via di sviluppo” e, in particolare, in Africa, dove in questo momento la popolazione sotto i 15 anni d’età è composta da 470 milioni di persone. Si calcola che nel 2050 arriverà a toccare quota 700 milioni.
Dati popolazione mondiale: le due facce della medaglia
Detto questo, per Pomeroy è facile far notare che ci saranno sempre meno lavoratori a sostenere un numero crescente di pensionati. Tuttavia, parallelamente, visto che i datori di lavoro avranno meno possibilità di scegliere, si potrebbe assistere a un aumento generale dei salari in virtù di un aumento del “valore” della prestazione offerta dal singolo lavoratore. Tuttavia, la riduzione della popolazione mondiale in età lavorativa, potrebbe anche portare a una bassa crescita dell’economia mondiale per un periodo estremamente prolungato.
Anche se la popolazione in età lavorativa, a livello globale, risulta in crescita, è destinata a diminuire dello 0,6%, ogni anno per i prossimi 10, rispetto allo scorso decennio. Riduzione della popolazione significa meno “domanda” e meno “prodotto potenziale”. Più pensionati rispetto a cittadini in età lavorativa significa forte aumento della pressione fiscale, oltre a incremento delle spese per l’assistenza sanitaria. Saranno soprattutto i paesi fortemente indebitati ad accusare il colpo, conclude il suo rapporto Pomeroy.