Era proprio dicembre, ma di un anno fa, quando Stefano Menichini lasciava la direzione di Europa, il quotidiano che lui stesso contribuì a fondare nel 2003: “Europa vive anche senza di noi, trattatela bene”, furono le sue parole di addio alla testata. Ma di che cosa si occupa oggi l’ex direttore dopo che il premier Renzi ha affidato la direzione dell’Unità a Erasmo D’Angelis invece che a lui?
A dargli un lavoro sembra averci pensato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Del Rio che ha firmato a Menichini un contratto di consulenza col suo dicastero di ben 120mila euro. Così il giornalista – che ha firmato questo contratto l’estate scorsa, il 14 luglio 2015 – si occuperà della materia di Del Rio per i prossimi tre anni, cioè fino allo scadere della legislatura, percependo uno stipendio di più di tremila euro mensili, 40mila annuali. Certo, non è lo stipendio che percepiva dirigendo Europa – di 5mila euro al mese – ma bisogna pur accontentarsi.
Che fine ha fatto Europa?
Se il suo cofondatore e direttore Menichini è adesso stipendiato dal governo, non hanno avuto la stessa fortuna i giornalisti dell’organico di Europa, i quali finirono in cassa integrazione e che non sono stati salvati nemmeno dalla fondazione Eyu del Partito Democratico che rilevò il quotidiano e che ne ha mantenuto solo la versione digitale.
Del nuovo incarico di Menichini, tra le altre cose, i più non ne sono a conoscenza, dal momento che bisogna addentrarsi molto sul sito del ministero guidato da Del Rio per trovare il suo nome tra altri 675 consulenti esterni. Se però si filtra la ricerca in base alla paga ricevuta il giornalista arriva subito in cima: addirittura dopo il 31 dicembre, quando scadranno gli altri contratti, Menichini sarà ufficialmente il consulente più pagato del ministero.