C’è pure chi pensa alla tassa sulla bicicletta….Maggiori entrate o minori uscite? In fin dei conti il discorso sulla sostenibilità economica dei Paesi si aggira sempre intorno alle due iniziative: più tasse o più tagli alla spesa. In tutti i casi saranno guai, ma in Italia sembra esserci un’intolleranza nei confronti della tassazione. Gino Bartali, il campionissimo di ciclismo, ne fu lampante esempio quando chiese se poteva non pagare le tasse per un anno. Le imposte, le fasce da colpire e i livelli di ricchezza/reddito da abbracciare sono decise dalle varie istituzioni, come Governo, Regioni, Comuni e Parlamento. Al vaglio di Montecitorio e Palazzo Madama arrivano alcuni spunti tanto interessanti quanto desueti.
Marco Filippi e la tassa sulla bicicletta
A proposito di Bartali, la prima delle tasse ‘particolari’ è la cosiddetta ‘bici-tax’. A parlarne è il senatore del Partito Democratico Marco Filippi: “individuare criteri e modalità d’identificazione delle biciclette nel sistema informativo del Dipartimento per i trasporti, attraverso un’idonea tariffa per i proprietari”. E’ questa la modifica che il senatore desidererebbe apportare al codice della strada. Una tassa a tutti gli effetti che sembrerebbe già mobilitare le proteste delle associazioni dei ciclisti. Ma Filippi si difende e da Twitter cinguetta: “per favore leggere tutti, l’emendamento è riferito a cicli adibiti a trasporto di merci o persone per attività commerciali: la sicurezza è la priorità!”. Ma le proteste non si placano e c’è chi riprende l’integrità dell’emendamento quando si legge: “biciclette e veicoli a pedali adibiti al trasporto, pubblico e privato, di merci e di persone”. Tutte le bici, sostanzialmente.
Filippi prova a difendersi di nuovo, questa volta dai microfono di Radio Campus Cusano: “Non è prevista nessuna tassa, nessun bollo e nessuna targa per le biciclette –ha spiegato Filippi-. Si tratta di un aspetto che riguarda i risciò, cioè i veicoli a pedali che trasportano persone a pagamento. L’emendamento prevede una modalità di identificazione, quindi la targa, ma anche l’assicurazione per la responsabilità civile verso terzi. Non c’è nessuna intenzione di vessare il mondo dei ciclisti, che da me e dal mio partito è guardato con favore. Si è sollevato un polverone per nulla. Capisco il gioco della notizia, mi hanno fatto una pubblicità non voluta. Le polemiche mi hanno consentito di precisare ulteriormente una cosa che era già chiara, ma c’è stata la volontà di spettacolarizzare la notizia. La lobby dei risciò finora non ha fatto sentire la sua voce stranamente. Credo che il principio di fondo che ha ispirato questo emendamento sia giusto. Ho presentato decine di emendamenti e proposte di legge, ,ai e poi mai mi sarei aspettato di salire agli onori della cronaca per un provvedimento contro i ciclisti che non ho mai pensato, essendo io un amante della bici”.
Proposte di tassazione all’insegna della fantasia
Vette parossistiche di fantasia, in casa parlamentare, si raggiunsero quando il senatore Vaccari (ancora Pd) chiese di introdurre l’Iva sui sevizi funebri più una cifra fissa (30 euro nel 2015, ma poi rivalutata dall’Istat rispetto al mutamento del costo della vita) per ogni operazione funebre che il parente del defunto abbia volontà di chiedere (la cremazione, ad esempio). E a proposito di morti, ecco l’Imu sulle tombe: ad istituirla è il Comune di Castelvetro (Piacenza), nuovamente a guida dem. Tasse che, visti i protagonisti poco tutelati o sostanzialmente indifesi, rischiano di esasperare ulteriormente il clima sociale del Paese.
Daniele Errera