A Bologna 75 pentastellati insorgono contro la candidatura di Massimo Bugani a sindaco della città. Il nome del competitor approvato da Grillo e Casaleggio, non convince una parte di attivisti e simpatizzanti del Movimento 5 Stelle, perché ritengono che nella scelta non vi sia stato un coinvolgimento della base.
Bologna, la lettera degli attivisti
Motivo per cui i ‘risentiti’ hanno sottoscritto una lettera indirizzata al MeetUp locale col fine di convocare un’assemblea plenaria sulla definizione della lista che si competerà alle elezioni amministrative del 2016.
Tra i ‘contestatori’ si annoverano anche i nomi di alcuni consiglieri comunali di Bologna e di alcuni centri della provincia. Tra questi: Marco Gherardi (Bologna), Giuseppe Maccaferri (Castello d’Argile), Giorgio Paglieri e Silvio Vitali (San Giorgio in Piano) e Antonio Stellato (San Pietro in Casale). Il loro obiettivo però non è di delegittimare il gruppo, ma di “difendere i valori e le regole del Movimento”, così come precisato nella missiva.
Al riguardo argomentano: “Non c’è stato alcun momento ufficiale di condivisione con gli attivisti e i cittadini nella scelta della squadra che si presenterà alle elezioni amministrative 2016. Se i candidati sono espressione della Città Metropolitana e il futuro sindaco di Bologna sarà anche Presidente della città metropolitana, sarebbe auspicabile che tutto il territorio fosse interessato nelle procedure decisionali”. In particolare contestano la presunta “violazione degli articoli 4 e 7 del non statuto” e la mancata pubblicazione dell’elenco dei consiglieri.
Bologna, la replica di Bugani
Di contro non si è fatta attendere la replica di Bugani che ha riferito: “Per il Movimento 5 stelle di Bologna questo comunicato non ha alcun valore ai fini del futuro del nostro lavoro”. E aggiunge: “Siamo spiacevolmente stupiti da questo comunicato firmato da alcuni consiglieri di comuni della provincia, e da alcuni e alcune attiviste che dichiarano palesemente il falso, tentando di minare in maniera inspiegabile e gravissima il lavoro di centinaia di persone che da 8 anni stanno lavorando per tentare l’impresa. Abbiamo operato nella totale trasparenza, non nascondendo mai nulla né in assemblea, né nelle tante interviste pubbliche su tv e giornali. Nessuno di questi firmatari (molti dei quali a noi sconosciuti) in sei mesi ha mai avuto il coraggio o il buonsenso di dire la benché minima parola di critica o richiesta di chiarimenti né a me, né a Marco Piazza, né a tutto il gruppo di Bologna che si riunisce pubblicamente tutte le settimane”.