Bufale Aids: il contro-complottista Myles Power è a rischio censura. Per chi non ne ha mai sentito parlare, il giovane Power è un chimico e comunicatore scientifico che qualche anno fa ha avviato sul proprio canale Youtube la contro campagna di informazione sulle presunte erroneità riportate nel documentario sull’Aids, intitolato “House of Numbers” diffuso nel 2009, a cura del regista Brent Leung. Nei suoi interventi lo studioso spiega i presunti trucchi adottati da Leung per veicolare informazioni erronee sulla malattia del XX secolo. Ora Power rischia la chiusura del suo canale a causa di una violazione dei diritti di autore ai sensi del Digital Millennium Copyright Act.
Bufale Aids: le due ‘verità’ a confronto
Nel documentario di “controinformazione” intitolato “House of Numbers” presentato e diretto da Brent Leung si analizza la storia dell’Aids e viene chiaramente messa in dubbio la stessa esistenza del virus Hiv. La teoria centrale dei negazionisti è che l’Hiv sia un virus innocuo e che l’Aids sia causata da altri fattori, compresi i farmaci con cui si tenta di debellare il virus Hiv.
A sostegno di questa teoria in ‘House of Numbers’, viene riportata la testimonianza di Christine Maggiore, risultata positiva all’Hiv nel ‘92 e che da allora ha rifiutato di curarsi. Una testimonianza che potrebbe essere depotenziata, secondo Power, aggiungendo un ulteriore informazione: la sopraggiunta morte della donna a causa di una polmonite legata ad Aids, avvenuta prima dell’uscita del film. Una malattia che aveva colpito anche la figlia di soli 3 anni, deceduta poi nel 2005.
Secondo Power il regista è riuscito a manipolare i discorsi degli interlocutori comparsi nel video con alcuni artifici tecnici. Nei cinque video di cui è autore sostiene che vengono artatamente cambiate le date dei test per l’Hiv, per farli sembrare inefficaci e in più vengono riportati come pareri autorevoli, le opinioni di persone che non hanno alcuna competenza scientifica. In più lo studioso britannico sostiene che nelle dichiarazioni vengano volutamente tagliate delle parole e che spesso le domande sono studiate per cambiare l’argomento di discussione senza che l’intervistato ne sia consapevole.
Nei suoi video, Myles analizza il documentario in ogni suo fotogramma contestualmente agli argomenti trattati, cercando di dimostrare come ‘House of Numbers’ sia stato costruito per dimostrare un punto di vista ben preciso, ma scientificamente opinabile. Benché il suo canale sia a rischio oscuramento, è molto probabile che anche in futuro si possa ancora visualizzarne i contenuti. In questi 6 anni infatti, sono milioni gli utenti che ne hanno condiviso i suoi video ed è perciò estremamente plausibile che si possa rintracciarli anche su altre piattaforme web.