Costi della politica, tutte le entrate,le uscite e le spese dei partiti nel 2014
Costi della politica, tutte le entrate e le uscite dei partiti nel 2014
Come sempre Openpolis mantiene gli occhi aperti sulla politica, in particolare sul Parlamento e il comportamento dei gruppi parlamentari, non solo le presenze e le assenze in aula, ma anche i costi dei gruppi parlamentari, le entrate e le uscite, l’incidenza dei costi per il personale e per l’acquisto di beni e strumenti.
Vediamo i dati.
Costi della politica, acquistare parlamentari conviene per le tasche dei gruppi
Lo studio riguarda solo i fondi che i gruppi parlamentari ricevono per il proprio funzionamento e per l’attività politica e istituzionale, e che superano ormai i 50 milioni annui, 32 per la Camera e 21,3 per il Senato, ma perlomeno ora vi è l’obbligo di trasparenza e rendicontazione.
Un elemento importante è che il contributo ai gruppi dipende dalla numerosità, e così guadagnare parlamentari significa anche avere più finanziamenti, e infatti il PD così prende 1,3 milioni in più grazie ai 23 parlamentari aggiuntivi, mentre Forza Italia per le diverse scissioni riceve 5 milioni in meno del PDL.
Così ecco una carrellata dei conti dei principali partiti:
Come si vede l’avanzo maggiore è quello del PD, quasi 1,5 milioni tra Camera e Senato, e del resto è il gruppo di gran lunga più grande del Parlamento, poi quasi 1,3 milioni per il M5, secondo numericamente e forse sorprende i quasi 900 mila di avanzo di Area Popolare, NCD+UDC, che a fine 2015 aveva solo 68 deputati, prima delle fuoriuscite di Quagliarello e altri. Scissioni molto più pesanti per Forza Italia sia da parte dei fittiani che dai verdiniani, che si sentono anche nei conti, positivi alla Camera, ma negativi al Senato, dove ci sono state le maggiori defezioni già ai tempi della separazione da NCD. Nel complesso il passivo è di circa 20 mila euro.
Maggiore di 400 mila invece il disavanzo della Lega Nord, è il partito con risultati così negativi, anche epr le ingenti spese di comunicazioni. Probabilmente vi è l’esigenza di sostenere spese di propaganda molto grandi, compatibili con un partito che ha sfiorato il 16% nei sondaggi.
Costi della politica: quasi tutte le spese vanno per il personale, l’85% per Forza Italia, il 59% per il M5S
E’ inutile ripeterlo, la politica è un grande datore di lavoro, più del 70% dei contributi dei gruppi vanno nel pagamento di personale, praticamente vi è un dipendente per ogni 2 parlamentari, quindi quasi 500 persone ricevono emolumenti dai partiti alla Camera e al Senato.
Non tutti partiti però si comportano allo stesso modo: Forza Italia è il gruppo alla camera che più spende per il personale, più dell’85%! Seguita dal gruppo Misto che però comprensibilmente è un insieme spesso di individui e non un unica formazione anche se vi sono piccole componenti politiche omogenee.
Chi più risparmia per questa voce è invece il Movimento 5 Stelle, che spende “solo” il 59,81% dei contributi
Più importante è forse il rapporto tra personale e deputati, il gruppo Misto e quello Per l’Italia-Centro democratico hanno più personale che deputati, e Fratelli d’Italia ne ha tanti quanti sono i deputati. Certo, influisce molto anche la ridotta numerosità di questi gruppi, ma ad avere il rapporto più basso non è in realtà il partito più grande, ma il M5S con un rapporto di 0,49 e poi l’ancora più piccolo NCD con 0,52
Un’altra importante voce di spesa è per l’acquisto di beni, carburante, cancelleria, stampanti, libri e pubblicazioni, la comunicazione e la propaganda, e qui come abbiamo detto è la Lega Nord ad essere in testa: dedicati allo scopo più dell’11% dei contributi, contro per esempio solo l’1% di quelli del M5S o il 2,7% di Forza Italia, che usano altre fonti extraparlamentari
In particolare per l’acquisto di beni in proporzione al numero dei deputati figurano in testa con 400€ e più a testa SEL e Scelta Civica, mentre risulta zero la spesa a questo scopo di Forza Italia e NCD.
Naturalmente non vuol dire che i deputati centristi o forzisti non facciano fotocopie, non usino pc o consumino cancelleria e carburante, ma che usano fonti differenti, provenienti dall’esterno del Parlamento da altre voci di entrata, o che non siano registrate in modo preciso.