Famiglia Cristiana Putin: perché ci stupiamo?
Famiglia Cristiana Putin: stanno facendo molto discutere sui social alcuni articoli firmati da Fulvio Scaglione apparsi sul sito del settimanale cattolico, di cui è uno dei vicedirettori, che hanno per argomento la guerra siriana, il terrorismo islamico, le relazioni tra Occidente e Russia. La maggior parte dei media italiani ha la tendenza a semplificare qualsiasi cosa, quindi, anche la riflessione complessa e profonda condotta da Scaglione è stata etichettata come “putiniana”, un termine che potrebbe essere inteso in senso dispregiativo, quando invece le sue analisi hanno un ben più ampio respiro. Tuttavia, non sono mancati gli apprezzamenti per l’approfondito lavoro del giornalista, addirittura, in alcuni casi si sono sprecati i toni entusiasti. La spiegazione, forse, è che per la prima volta da tanto tempo a questa parte una certa parte di opinione pubblica vede riportate da una fonte che può considerarsi autorevole le proprie impressioni su questioni importanti, spesso trattate in maniera un pò troppo “piatta” dai principali organi di stampa nazionali. Ad aumentare il positivo “straniamento” di alcuni anche la provenienza “inaspettata” degli articoli di Scaglione: d’altronde Famiglia Cristiana non si è mai distinta per battaglie di questo genere, anche nel linguaggio è tradizionalmente più pacata di altra stampa vicina al Vaticano.
Famiglia Cristiana Putin: perché ci stupiamo?
L’ultima questione trattata da Scaglione è il rapporto ravvicinato tra Turchia e Isis e, in particolare, il traffico di petrolio che il paese di Erdogan intrattiene con i vertici dello Stato Islamico: un vero e proprio segreto di Pulcinella. Non c’è esperto di questioni geopolitiche che non riconosce il legame esistente tra terroristi e, quantomeno, servizi segreti turchi. Anche questa è una semplificazione ma, in breve, le cose stanno così. Tuttavia, siccome nell’ambito della comunità internazionale le accuse ad Ankara vengono mosse principalmente dalla Russia di Putin, che è l’impero del male anche se non si è mai spiegato esattamente perché, non possono essere prese nemmeno in considerazione.
Scrive Scaglione: “Certo, l’impero del male ha prodotto foto e testimonianze. E anche chi scrive, visitando il Kurdistan iracheno, non ha mancato di notare le centinaia e centinaia di autobotti che ogni giorno partono per la Turchia, cariche di petrolio “clandestino”, quello che il Kurdistan dovrebbe vendere attraverso il ministero del Petrolio di Baghdad e invece vende per conto proprio. Qualche tempo fa, inoltre, Hisham al-Brifkani, iracheno e presidente della commissione Energia della provincia di Ninive, aveva pubblicamente detto che le forniture di petrolio contrabbandato dall’Isis in Turchia avevano raggiunto un massimo di 10 mila barili al giorno, per assestarsi poi sui 2 mila barili, anche se molti altri esperti parlavano di un potenziale da 250 mila barili al giorno”.
Difficile dire che Scaglione sia un “complottista”, perché i complottisti hanno paura delle opinioni confermate dai dati. Il giornalista di Famiglia Cristiana ha solo il coraggio, se si può chiamare così un dovere, di fare 2+2: “non è dunque una gran fortuna sapere che l’impero del male mente sempre? E che sospiro di sollievo sapere che in ogni caso, a tenerlo a bada, c’è la Nato – prosegue Scaglione nel suo ultimo editoriale – l’Alleanza militare che per due anni ha taciuto sui maneggi della Turchia, e sul transito di armi e foreign fighters verso la Siria, ma si è tanto tanto preoccupata dei bombardamenti russi sui ribelli. E che adesso, di fronte al generale smandrappamento dei suoi amici, e al “liberi tutti” nell’intervento anti-Isis in Siria (Germania, Francia e Gran Bretagna perché l’opinione pubblica non sopporta più le ciance, la Cina in nome di vecchi alleanze), non sa far altro che organizzare qualche provocazione a base di aerei abbattuti, Governi ucraini all’attacco e inviti al Montenegro“.