Domenica 6 dicembre la Francia è chiamata alle urne per le elezioni regionali. La tornata elettorale – di per sé importante, sia per la nuova conformazione delle regioni sia perché ultimo grande test prima delle presidenziali del 2017 – è stata inevitabilmente investita di significati importanti a seguito degli attentati terroristici che hanno sconvolto Parigi a metà novembre.
Per quanto riguarda la composizione territoriale, dal 1° gennaio 2016 la Francia sarà ripartita in 13 Regioni metropolitane – Corsica inclusa – vale a dire 9 in meno rispetto alla conformazione precedente. Tra queste, ben 7 sono il risultato di un processo di fusione, mentre solo 5 mantengono la stessa conformazione precedente. Come spiegato anche sul sito del Ministero degli Interni transalpino, la riforma del gennaio 2015 punta a “rendere lo Stato più efficace”, con l’obiettivo di “rafforzare le capacità di direzione strategica a livello di macroregioni”, accompagnando ciò ad un processo di “modernizzazione della funzione pubblica”.
Elezioni Francia, Regionali 2015: gli ultimi sondaggi
Secondo le ultime rilevazioni demoscopiche, il Front National di Marine Le Pen sarebbe in cima alle preferenze, confermando la buona salute mostrata nell’ultimo sondaggio BVA. Secondo l’ultima rilevazione Odoxa, FN sarebbe al 30%, tallonato dal raggruppamento Repubblicano – guidato dall’ex presidente Nicolas Sarkozy – al 29%. Più indietro invece le liste legate al Partito Socialista (PS) del presidente François Hollande, accreditate del 23%.
#France Latest @OdoxaSondages poll for #Regionales2015: First round. https://t.co/bHXdgxfz95 pic.twitter.com/WkY1maEjwS
— Electograph (@Electograph) 5 Dicembre 2015
I dati Odoxa – qui nel dettaglio – mostrano un’alta percentuale di voto di protesta, pari al 45% del totale. Allo stesso tempo, però, la maggioranza degli intervistati – il 58% – sostiene che voterà facendo esclusivo riferimento alle tematiche regionali, mettendo in secondo piano i significati del voto sul piano politico nazionale. Ma ciò che fa riflettere è che, nonostante il voto in ottica nazionale sia al 42%, la percentuale sale addirittura al 60% se si fa esclusivo riferimento a coloro che hanno dichiarato che voteranno il Front National, un valore decisamente più alto rispetto a quello riscontrato nei potenziali elettori repubblicani (39%) e socialisti (32%). A confermare la crescita del FN è anche l’ultimo studio del CEVIPOF – il Centro di Ricerche Politiche di Sciences Po – che dipinge una Francia a tinte molto dark, in particolar modo nell’area nord-orientale.
France: Which list is leading in which community? Map for Sunday’s #Regionales2015. Landslide victory for FN? #eudk pic.twitter.com/Cu1POgvlUA — Europe Elects (@EuropeElects) 4 Dicembre 2015
Elezioni Francia: cresce la fiducia in Hollande
Al di là dei possibili accordi di desistenza tra sinistre e destre in ottica anti FN, a rincuorare Hollande è anche l’ultimo barometro pubblicato dal quotidiano Le Figaro, che ha visto un’impennata della fiducia dei francesi nel presidente, schizzata dal 15 al 35% a seguito dei sanguinosi eventi parigini e della decisione di irrobustire l’offensiva transalpina in Medio Oriente contro l’ISIS. Un attestato che potrebbe alleviare le ferite di una probabile sconfitta alle regionali, ma che – al tempo stesso – potrebbe dipingere Hollande come “l’ultimo baluardo” contro il caos, un aspetto che il presidente spera di convertire in un’ulteriore chance in vista delle prossime presidenziali, per provare a restare all’Eliseo per altri 5 anni.