Frattini Libia Siria: in un commento rilasciato ad AdnKronos, l’ex ministro degli Esteri ha parlato di Libia, Siria e relative iniziative del governo. Frattini ha chiesto di valorizzare agli occhi dell’opinione pubblica non solo l’impegno del nostro paese nelle operazioni di addestramento delle milizie curde ma anche la decisione di armare i nostri droni che, quindi, potranno essere utilizzati non più solo in missioni di ricognizione ma anche a supporto di azioni offensive congiunte con Francia e Gran Bretagna.
Intervista Frattini: l’Italia fa più della Germania
Due sono gli scenari di interesse prioritario per l’Italia, spiega Frattini, sicuramente la Libia “dove possiamo avere un ruolo di leadership sia nel favorire un accordo politico” tra le fazioni che si stanno fronteggiando in questo momento, “sia impegnandoci sul terreno con addestratori e missioni di institution building, che l’Italia sa fare benissimo e che avrebbero una ricaduta diretta anche sul controllo dell’immigrazione”, in un paese chiave per quanto riguarda la “più pericolosa trasmigrazione di Daesh proveniente da Raqqa. Tutto questo, però, richiede qualcosa che ancora non c’è: un accordo tra le entità politiche di Tobruk e Tripoli e una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu”.
L’ex titolare della Farnesina ha poi aggiunto che l’Italia può concentrarsi sulla Siria agendo in due direzioni: innanzitutto continuare con l’addestramento dei combattenti curdi, “un contributo che noi già diamo ma che non valorizziamo abbastanza. Chi lo sa che 700 nostri uomini stanno addestrando i peshmerga? Tutto questo va messo sul piatto della bilancia”, così come il fatto che “abbiamo il comando della missione Unifil, con 2mila soldati, in una zona calda come il sud del Libano”. Ed è soprattutto questo secondo punto a riguardare l’impiego dei nostri droni, “i quali possono essere armati e utilizzati sia per la ricognizione che a supporto di un’azione realizzata insieme a forze francesi e inglesi”.
Solo così l’Italia “farebbe un passo avanti e potrebbe rivendicare il suo impegno non solo in fase di addestramento ma anche in ambito strettamente operativo”, ha aggiunto Frattini, per il quale “in queste situazioni conta molto l’apparire sullo stesso fronte. Noi ci siamo già, ma paradossalmente siamo meno visibili di paesi che in realtà fanno meno di noi”. Frattini pensa alla Germania, “che è praticamente partita da zero, schierando uomini e mandando aeroplani. Noi invece non partiamo da zero ma sembra quasi che abbiamo detto di ‘no’ ad Hollande”.