Primarie Milano, Sala, Balzani e Majorino, è corsa a 3
Giuseppe Sala, Francesca Balzani e Pier Francesco Majorino. La corsa per diventare il candidato sindaco di Milano del Partito Democratico sembra ormai delineata: saranno questi tre gli esponenti del centro-sinistra che il prossimo 7 febbraio si sottoporranno alle primarie democratiche (Emanuele Fiano ha annunciato che si ritirerà se anche Sala farà parte della contesa). Il primo a candidarsi ufficialmente in ordine di tempo è stato l’attuale assessore alle Politiche Sociali della giunta Pisapia, appoggiato anche da Sinistra ecologia e libertà, mentre per Balzani e Sala l’ufficialità non è ancora arrivata. I due molto probabilmente scioglieranno la riserva nei prossimi giorni.
Primarie Milano – Data e raccolta firme
Lunedì pomeriggio intanto si è riunita la coalizione di centro-sinistra per decidere la data dei gazebo. Sarà il 7 febbraio prossimo, sia contro la proposta di Giuliano Pisapia di posticipare le primarie al 28 febbraio sia contro quella di Matteo Renzi che avrebbe voluto un election day in tutte le città il 20 marzo. Ad ogni modo, ha assicurato Anita Pirovano (coordinatrice di Sel a Milano), la mediazione di Pisapia non “è stata bocciata” ma è solo “stata considerata superata dai fatti”. “Siamo contenti della decisione presa all’unanimità da tutta la coalizione” ha aggiunto lunedì sera il segretario del Pd milanese Pietro Bussolati. Ora si apre la fase della raccolta delle firme – ne servono 2.000 a Milano città e almeno 200 nelle province limitrofe – che si aprirà sabato prossimo fino al 12 gennaio.
I candidati
Il primo a candidarsi in ordine di tempo è stato Pier Francesco Majorino, assessore alle Politiche Sociali della giunta Pisapia, appoggiato da Sel. Majorino aveva annunciato di voler correre per la candidatura addirittura nel luglio scorso, nel bel mezzo di Expo. Due giorni fa ha chiesto di abbassare i toni di una competizione che si annuncia parecchio accesa. “Non si creino candidature contro gli altri ma sempre mettendo al centro le idee e le cose da fare” ha dichiarato l’assessore al welfare.
Molti hanno notato l’assenza di Giuseppe Sala, commissario unico di Expo fino al prossimo 31 dicembre, alla prima della Scala di lunedì sera. Non ha però disertato l’incontro avvenuto qualche ora prima in Prefettura con il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina e con il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che non ha mai fatto mistero di vederlo bene a Palazzo Marino. Secondo le indiscrezioni raccolte lunedì dal Corriere della Sera però è stato lo stesso Sala a ribadire la sua disponibilità, a patto che le primarie non si trasformino “in un referendum pro o contro Renzi o in primarie-rodeo” da tutti contro tutti. L’ex direttore generale del Comune durante la giunta Moratti infatti continua a considerarsi un manager prestato alla politica per la sua passione nei confronti di Milano e quindi non vorrebbe contribuire a dare un connotato tutto politico allo scontro tra i vari competitors. Sala, com’è noto, piace anche agli ambienti più moderati della società civile meneghina che solitamente non votano Pd e tantomeno forze politiche ascrivibili al centro-sinistra. Così, secondo molti, il premier sta sostenendo la candidatura dell’amministratore delegato di Expo S.p.a per verificare se ci sono le condizioni per estendere l’esperimento politico anche a livello nazionale. Sarebbe la benedizione del tanto decantato Partito della Nazione che nascerebbe con l’obiettivo di tagliar fuori le ali estreme incarnate da Lega e Movimento 5 Stelle.
Francesca Balzani invece è già partita all’attacco. Nonostante non abbia ancora ufficializzato la sua candidatura (“ci sto pensando con attenzione” ha detto lunedì sera a Otto e Mezzo), una settimana fa ha aperto le danze con una dichiarazione al veleno nei confronti dello stesso Sala: “quella di Milano – ha detto – non è una partita per un consiglio di amministrazione ma per governare una città e quindi significa avere a che fare con le persone”. Se Sala è sponsorizzato dal premier, la Balzani può contare sull’appoggio del sindaco Pisapia che ha da sempre auspicato una giunta in continuità con la sua. La 48enne milanese infatti è assessore al Bilancio dal 2013 e da pochi mesi anche vicesindaco. Grazie al suo lavoro certosino per la prima volta da molto tempo a questa parte il debito del Comune scenderà sia nel 2015 che nel 2016. Di lei Pisapia si è sempre fidato ciecamente. Ora tocca ai milanesi.