Tensione Armenia Azerbaigian: nella giornata di mercoledì, dopo più di vent’anni, i carrarmati di Baku sono tornati a sparare contro i separatisti del Nagorno Karabakh. A renderlo noto il ministro della Difesa della regione ribelle: pare che ci sia solo una vittima, un soldato della auto-proclamatasi repubblica. Non si era mai verificato un episodio simile dopo il cessate-il-fuoco che nel 1994 ha messo termine alla sanguinosa guerra cominciata 4 anni prima, all’indomani della dissoluzione sovietica. Tuttavia, Armenia e Azerbaigian non hanno mai firmato un trattato di pace, tuttora, si scontrano regolarmente al confine. Le autorità del Nagorno Karabakh, con un comunicato, hanno fatto sapere che “in tutto sono stati sparati 1500 colpi” dalle forze azere che oltre ai propri tank, avrebbero usato anche dei lanciagranate. D’altra parte, il ministero della Difesa di Baku accusa l’esercito armeno di aver attaccato degli insediamenti azeri, dunque, l’Azerbaigian avrebbe risposto a una provocazione dei vicini che sostengono la causa del Nagorno Karabakh, di fatto un enclave di Yerevan in territorio azero.
Tensione Armenia Azerbaigian: l’insostenibile status quo
Dal Dipartimento di Stato americano hanno dichiarato “inaccettabile” l’uso di armi pesanti nel contesto della nuova escalation di tensione tra i due paesi. A fine settembre, dopo dei pesanti combattimenti nel territorio conteso, Elmar Mammadyarov, ministro degli Esteri azero, e Edvard Nalbandian, il suo omologo armeno, si sono incontrati a New York. Tuttavia, il confronto avvenuto sotto l’egida di rappresentanti dell’OSCE non ha migliorato le traballanti relazioni diplomatiche delle due repubbliche caucasiche. Ora, i mediatori dell’organizzazione internazionale – invitando le autorità a portare avanti un dialogo costruttivo – hanno scritto in una nota che l’attuale “status quo” è diventato insostenibile. Solo una settimana fa, sembrava cosa fatta l’organizzazione di un faccia a faccia a fine mese tra il presidente armeno Sarzh Sarkisian e il presidente azero Ilham Aliyev.