In Italia, secondo un rapporto redatto da OpenPolis, esistono 65 think tank (tra i maggiori e in attività dal 1950). Sono realtà para-politiche, dei pensatoi dove l’obiettivo ultimo è quello di produrre dati, informazioni, dare consigli e previsioni ai policy maker, in questo caso i partiti di riferimento. Anche il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, aveva pensato di istituirne uno.
Secondo Vincenzo Smaldore di Openpolis, “dal punto di vista di analisi, quello che possiamo dire è che nella misura in cui vi è una crisi del sistema politico italiano, per cui i partiti perdono il loro ruolo e parte della loro funzione a favore di altri soggetti, come i ‘think tank’, allora bisogna intendersi su quali sono i compiti all’interno del sistema politico”. Si parla di “un trasferimento di competenze tra questi due soggetti (dai partiti alle fondazioni). C’è, allora, da interrogarsi su qual è la funzione che questi ‘think tank’ assumono” continua Vincenzo Smaldore “Se si occuperanno dell’interesse generale ci sono tutti una serie di aspetti che vanno presi in considerazione. Per esempio il loro finanziamento”.
Il think tank renziano “Fondazione Open”
Nemmeno l’attuale governo è immune dai think tank. Basti pensare che il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha avuto un’esperienza di tale genere dentro la Fondazione Italiani Europei dell’ex premier Massimo D’Alema. Anche il capo del governo e segretario del Partito Democratico ha il suo think tank di riferimento, la Fondazione Open. E sembra non essere un caso che il presidente della stessa, Alberto Bianchi, sia stato nominato membro del Cda di Enel.
Il think tank renziano “Volta”
Ora Renzi vuole replicare il successo della Fondazione Open, aprendo un nuovo pensatoio, questa volta dal respiro internazionale. Si chiamerà “Volta“, avrà sede a Milano e a Bruxelles. Ad annunciarne la nascita dal palco della Leopolda è stato Giuliano da Empoli, già assessore alla cultura con Renzi sindaco. Sarà lui a guidare il think tank di cui faranno parte anche il laburista David Miliband, il consigliere per l’innovazione di Hillary Clinton, Alec Ross e Mathieu Pigassse, uno dei proprietari di Le Monde. Il nome iniziale, rivela il Corriere della Sera, doveva essere “Boom”, ma ha prevalso il nome Volta, ispirato allo scienziato italiano Alessandro. Il nuovo think tank sarà diverso dai precedenti. “La struttura sarà leggera – spiega da Empoli – nulla a vedere con il finanziamento di attività politica. Il primo obiettivo a cui lavoreremo sarà l’istituzione del servizio civile europeo, perché è il modo migliore per capire davvero ai 18enni cos’è l’Europa”.