La Cosa Rossa (l’insieme di tutte le sigle della sinistra, Pd escluso) sembra essere naufragata ancor prima di salpare. Venerdì si è tenuta a Roma nella sede di Sinistra ecologia e libertà, una riunione tra i vari protagonisti della sinistra italiana per concordare insieme una piattaforma per “l’avvio di un percorso costituente”. Stando a quanto riporta Il Manifesto, i vari gruppi non sono riusciti a trovare una posizione comune.
Cosa Rossa, vincono i personalismi
All’incontro erano presenti “Sel, Prc, l’Altra Europa con Tsipras, Possibile di Pippo Civati, Act, gli ex Pd Stefano Fassina e Alfredo D’Attorre, l’europarlamentare Sergio Cofferati con un altro ex Pd, suo sodale dai tempi della Cgil, Andrea Ranieri”. I motivi del mancato accordo sono da ricercare nei vari individualismi che sono, da sempre, il vero male della sinistra italiana.
La proposta di Fassina e D’Attorre di sciogliere le varie formazioni in unico soggetto è stata bocciata senza appello da Rifondazione Comunista. “Noi non siamo d’accordo perché pensiamo che per “unire ciò che il neoliberismo divide” non serva un nuovo partito ma un soggetto unitario plurale, in grado di valorizzare tutte le soggettività sociali, politiche e culturali interessate a sconfiggere il neoliberismo: da Civati ai centri sociali. Continueremo quindi a lavorare per l’unità della sinistra valorizzando il 90 per cento che ci unisce e lasciando fuori dalla porta il 10 per cento che ci divide” ha detto il segretario del Prc Paolo Ferrero che propone come soluzione, non una federazione, bensì un “tesseramento parallelo”. Un mostro a due teste in pratica. Cosa che però non piace a Sel.
Cosa Rossa, la preoccupazione di Sel
Il timore del partito di Vendola è figlio delle precedenti esperienze (L’Unione e L’Ulivo), dove esploso il contenitore, tutti sono ritornati al proprio ovile.