Social e mercato finanziario: ecco perché si alimenta il panico
Social e mercato finanziario: sapere cosa pensano gli altri investitori a volte può essere molto pericoloso, questa la conclusione di una ricerca ripresa ultimamente dal Wall Street Journal. Lo studio pubblicato nel 2013 sulla rivista scientifica Neuron dal Prof. Benedetto Di Martino ha esaminato il collegamento tra una capacità umana fondamentale, ovvero riconoscere gli stati mentali altrui, e l’abilità di gestire un portafoglio di investimenti finanziari. L’empatia è considerata un talento fondamentale nelle interazioni e nelle relazioni sociali, eppure, secondo il neuro-economista del California Institute of Technology, tale “qualità” potrebbe svolgere un ruolo determinante, in senso negativo, nelle situazioni di tracollo economico.
Social e mercato finanziario: i risultati dello studio
I test su cui è basata la ricerca, infatti, hanno mostrato che le persone con maggiori capacità empatiche hanno una maggiore propensione a “cavalcare” le bolle finanziarie (situazioni in cui un bene ha un valore molto più elevato rispetto a quello che ha normalmente) e, quindi, a perdere denaro. Dunque, i risultati sperimentali dello studio suggeriscono che le persone che hanno maggiore capacità di formulare inferenze sullo stato d’animo degli altri, quando devono fornire dei giudizi di valore all’interno di un sistema complesso di interazioni finanziarie, contribuiscono fortemente alla creazione di “bolle” nel mercato.
Questo fenomeno può essere spiegato analizzando che le persone più in sintonia con gli altri, tendenzialmente, sono più inclini ad assumere il “comportamento della mandria”. Quando si accorgono di uno spostamento consistente delle offerte verso un’attività o di una vendita in massa in seguito all’esplosione di una “bolla” si adeguano, anche se il prezzo di un bene si discosta molto dal suo valore estrinseco. In pratica, le persone sensibili hanno maggiori possibilità di essere “contagiate” sia in situazioni di panico sia di esuberanza irrazionale.
In un’epoca segnata dalle interazioni tramite social network, questo “contagio” comincia a preoccupare anche le maggiori imprese finanziarie. Per prevenire le possibili oscillazioni del mercato dovute a comportamenti impulsivi dei propri clienti, suggeriscono dal WSJ, basterebbe condurre dei test preliminari per misurare l’empatia degli investitori: a seconda del grado di empatia riscontrato l’istituto potrebbe inviare dei messaggi personalizzati in grado di far superare l’ansia che spesso contraddistingue un investitore immerso in una rete di “cattive notizie”. Permettendogli di inserire i propri sentimenti in un contesto più ampio, dicono dal quotidiano finanziario, gli si potrà ricordare che “buy and hold” (letteralmente: “compra e tieni”), è sempre un’ottima strategia a lungo termine in ambito finanziario.