Scandalo Banca Carige, l’inchiesta si allarga
Si estende la rete di soggetti coinvolti nello scandalo di Banca Carige. Dopo l’arresto – operato un paio di giorni fa dalla Guardia di Finanza – di sette persone, tra cui spicca il nome dell’ex presidente della stessa Carige, nonché vicepresidente di Abi, Giovanni Berneschi, le indagini si sono allargate ad un’altra decina di elementi. L’ipotesi di reato per i nuovi indagati è di falso in bilancio ed ostacolo all’attività di vigilanza.
Nel frattempo emergono dettagli riguardanti l’elemento chiave dell’inchiesta, vale a dire l’ex presidente Berneschi. L’analisi di un’intercettazione ambientale alimenta il sospetto che potesse fuggire in Svizzera, vista la disposizione di immobili ed ingenti capitali nella cittadina di Lugano. Nell’intercettazione il Berneschi cita anche la banca Ubs, in cui non avrebbe difficoltà a trovare lavoro. E’ proprio il sospetto di fuga e di trasferimento di valuta – tra gli altri elementi – ad aver motivato il provvedimento di arresto da parte del giudice, sebbene trattasi di detenzione domiciliare, causa età avanzata del soggetto interessato.
Nelle intercettazioni emerge anche parte del meccanismo utilizzato per svuotare le casse di Banca Carige. Per attuarlo si ricorreva anche ai “morti”, giustificando l’ingente movimento di denaro come “eredità avuta da qualche parente morto”. La somma sequestrata, pari a circa 21 milioni di euro, è interamente riconducibile al Berneschi. Gli inquirenti hanno registrato anche un recente tentativo di inquinamento delle prove. Nell’ordinanza di custodia cautelare emergerebbero anche rapporti tra il duo Berneschi-Menconi ed uffici giudiziari, servizi segreti e forze dell’ordine.
Intanto a breve dovrebbero iniziare gli interrogatori per i soggetti fermati, tra cui Francesca Amisano – nuova di Giovanni Berneschi – Vallebuona, Enderlin e Calloni. Dopo toccherà agli altri.
Emanuele Vena